La prima assoluta di Wagner. E in città scoppiò la moda

L’esibizione tenne banco per tutto il novembre del 1871, alimentando le cronache locali. Anche Verdi arrivò di nascosto per la replica

In un teatro come il Comunale, nella cui storia sono quasi assenti ‘prime assolute’ di particolare rilievo, l’evento di spicco è sempre stato individuato nella rappresentazione dell’opera Lohengrin di Richard Wagner che tenne banco durante tutto il novembre 1871. Era la prima volta che in Italia si metteva in scena un’opera di Wagner, autore poco rappresentato anche in Germania, per la difficoltà del suo sperimentalismo drammatico e musicale, opposto all’immediatezza e facilità estetica delle opere italiane. Dopo il decennio dei fasti rossiniani, Bologna era giunta all’Unità d’Italia come città culturalmente di provincia. L’arrivo al Comunale del maestro Angelo Mariani, considerato il primo direttore d’orchestra italiano in accezione moderna, segnò dunque un’importante rinascita che proprio nella nuova moda del wagnerismo trovò il suo principale vessillo.

Al di là degli esiti musicali, fu un fatto di costume totalizzante. Già da agosto la Gazzetta dell’Emilia cominciò a pubblicare articoli di ‘avvicinamento’, che presentavano Wagner, le sue idee estetiche, il suo Lohengrin atteso come un messia. Senza sapere e senza capire, gli intellettuali bolognesi prendevano posizione, Carducci in testa, al punto che da evento teatrale si trasformò in evento cittadino. Il sindaco Camillo Casarini, deciso a seguire la preparazione dello spettacolo in prima persona, capitanò una trasferta a Monaco per verificare come i tedeschi mettessero in scena Lohengrin (preoccupava soprattutto l’ingresso favolistico dell’eroe su una barchetta trainata da un cigno).

Nel frattempo, il nome esotico di quell’opera era uscito dalle mura del teatro per invadere la città: "Da Bortolotti – leggiamo in una cronaca – si vende l’essenza odorosa Lohengrin. Nelle vetrine di Scagliarini alla penna dei cappelli fu sostituito il corno di Lohengrin, e giorni or sono fu ammirato sul capo di una delle più belle ed eleganti dame petroniane il cappello alla Lohengrin: una barchetta color cenere, con un piccolo cigno davanti e un velo color onda marina. Si può aggiungere la premiata pasticceria di Geremia Viscardi, che vende una ciambella ispirata all’eroe wagneriano, con ricetta tenuta segreta". Il debutto del 1° novembre 1871 rappresentò il più alto incasso dell’epoca: 5 persone almeno assiepate in ogni palco, gente in piedi che occupava ogni interstizio della platea, proseguendo compatta fino a riempire la sala del foyer d’ingresso, per poter almeno ascoltare, se non vedere. Tantissimi i forestieri accorsi da altre città. Tutto ciò non poteva che tramutarsi in un successo annunciato, a dispetto di qualche mugugno espresso a piena voce durante lo spettacolo da spettatori disincantati: chi gridava al miracolo della ‘musica dell’avvenire’, chi al tedio.

Giuseppe Verdi giunse segretamente per la replica del 19 novembre, seguendo l’opera nascosto in un palco: annotò ben 114 giudizi, da "bello" e "bellissimo" a "orribile" e "non si capisce niente"; poi, sull’ultima battuta, il verdetto: "Impressione mediocre. Musica bella quando è chiara e vi è pensiero. L’azione lenta come la parola. Quindi noia".

Marco Beghelli

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