‘La primavera perfetta’ di Brizzi è arrivata

Due fratelli, il ciclismo, ll divorzio nel nuovo romanzo dello scrittore: "Il protagonista cade e risorge capendo che nessun uomo è un’isola"

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di Letizia Gamberini

In copertina c’è un funambolo, fra le montagne. E funanboli un po’ bisogna essere, fra le cadute precipitose e le risalite della vita. Dopo una scrittura durata due anni, in cui ha "sanguinato, riso e pianto", esce oggi La primavera perfetta (HarperCollins), il nuovo romanzo di Enrico Brizzi, che srotola una storia di fratellanza, ciclismo, paternità, amicizia e di un matrimonio finito. Esperienze vissute sulla pelle, nei tribunali, là dove "finiscono le canzoni d’amore", in un libro di intensa umanità, che racconta una generazione. Ridendo e piangendo, appunto. "Se è il mio romanzo della maturità? – ci pensa su –. Di certo spero che sia arrivata l’età dell’empatia".

Brizzi, il protagonista Luca è manager di suo fratello minore, un ciclista professionista.

"Racconto la storia di due fratelli cresciuti a Bologna, ma la cui vita adulta si svolge a Milano. Luca non segue la passione del padre e si dimostra un ciclista pessimo. Gli piace, come si dice in gergo, nascondersi nella pancia del gruppo e rinuncia presto: avvia poi un’agenzia di comunicazione che va in difficoltà con la crisi del 2008. Il fratello Olli (sì, Oliver come Oliver Hutton, ndr) intanto è diventato specialista dello sprint, uno alla Cipollini".

Luca invece si è sposato con una donna di successo e ha due figli. Ma poi...

"La sua vita esplode: la difficoltà lavorativa e familiare si manifestano nello stesso momento e lui precipita in un disastro compiendo un errore dopo l’altro, fino a quando non raggiunge il livello più basso. E’ la storia di un uomo che ha avuto successo da giovane e che si trova in un momento difficilissimo, che lo porta a tradire quello che non avrebbe mai voluto tradire".

Però non molla.

"Perché non è solo, ha due figli e una dignità che vuole riprendersi: dalle strette più terribili della sua vita si risolleva capendo che nessun uomo è un’isola. Deve scrollarsi di dosso il compiacimento dell’autocommiserazione e lottare per risorgere".

E poi c’è il fratello, realizzato nello sport, ma che va in crisi davanti ai bivi della vita.

"Parlando con persone che hanno successo nel loro campo, in primis gli sportivi, mi ha sempre colpito come diventino tuttuno con il loro lavoro, cui sacrificano tutto. Questi fuoriclasse, visti da vicino, hanno spesso un approccio sprovveduto ai rapporti umani, da adolescenti".

Nel romanzo il divorzio ha un ruolo centrale.

"E’ un’esperienza che per la mia generazione riguarda un’unione su due. Certo, io ho attraversato una separazione complicata, ma è lo stesso destino di tanti amici. Vedere fallire un progetto di vita è una sconfitta per entrambe le parti della coppia e non ci si lascia alle spalle un trauma così con una firma in tribunale, ma quando riesci ad augurare buon cammino alla persona con cui ti sei separato. Andare oltre presume una pace, un affidamento nel futuro che mentre bisticci non sai vedere".

Lei scrive spesso di fratelli, però ha quattro figlie femmine.

"Sono fortunato, è stata l’apparizione della faccia nascosta della luna: le ragazze non diventano femmine a dodici anni, ma lo sono già a tre mesi e hanno un’intelligenza e una sensibilità completamente diversa. Le figlie grandi hanno 17 e 16 anni e, se mi rapporto al me stesso di allora, avevo codici morali e hobby ‘da simplex’. Non faccio calcoli sulle storie che scriverò, ma spero di avere uno sguardo sempre più completo sulle donne".

C’è tanta Milano, molto meno rassicurante di Bologna.

"Sono legato a Milano da un rapporto particolare: parte della mia famiglia vive là e sono uno dei pochi bambini d’Italia che ci andava in vacanza. Mi ha sempre colpito come da un lato fosse la città che ti faceva intravedere il futuro, ma dall’altro le persone fossero più sole. Bologna per Luca è un nido rispetto alla tempesta di Milano e la storia non può chiudersi se non tornando nel paradiso perduto".

Ha fatto pure una playlist del romanzo su Spotify.

"Per me la musica è sempre stata importante nella scrittura e durante gli anni della gavetta mi sono fissato in testa il principio per cui una buona pagina si lascia leggere bene ad alta voce".

Oggi alle 18.30 dialoga con Marco Missiroli (Facebook Feltrinelli). Seguiranno altre presentazioni online?

"Per tutto aaprile ho circa 30 eventi online, dalle grandi catene alle librerie indipendenti. E’ il simulacro dei tour; peccato che non ci saranno viaggi in treno, ma è l’unica cosa che si può fare per essere vicino ai lettori".

Con gli Piscoatleti ripartirete?

"Avevamo uscite da gennaio ad aprile, rimandate. Volevamo camminare da Siena a Roma lungo la Francigena: abbiamo riprogrammato al 3 giugno".

E lei dove pedalerà, non appena potrà?

"Ho una voglia matta di tornare a pedalare e quest’estate farò un viaggio sulle orme di Giovannino Guareschi. Nel 1941 partì da Milano fino a Rimini, poi piegò su, fino al Lago di Garda e chiuse il triangolo. Il suo racconto, antieroico, è una delle cose più spassose che abbia letto, ma accanto a scene sbellicanti, ci sono momenti di poesia: la descrizione della via Emilia è una sinestesia, quando si unisce quello che Guareschi vede all’odore del pane sfornato".

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