La protesta degli studenti "Il caro-affitti ci strozza"

Collettivo pianta tende in via Zamboni. Clancy: "Attendiamo risposte da Roma"

La protesta degli studenti  "Il caro-affitti ci strozza"

La protesta degli studenti "Il caro-affitti ci strozza"

Gli studenti piantano le tende davanti al rettorato dell’Alma Mater. È la protesta messa in atto dal collettivo ’Cambiare rotta’ che, come già sta succedendo in altre città italiane, ha deciso così di sensibilizzare i bolognesi sul dramma del caro-affitti. Gli universitari denunciano "l’emergenza che stiamo vivendo" e annunciano battaglia sul "reddito studentesco" e l’adesione allo sciopero del 26 maggio. Una recente ricerca, del resto, ha fissato sui 467 euro al mese il prezzo medio a Bologna per una stanza. Meno di Milano (628 euro), ma comunque una discreta mazzata.

"La situazione delle case per noi studenti sia diventata ormai insostenibile – spiega il collettivo –. Da anni assistiamo a un aggravamento, con aumento della speculazione edilizia e dei proprietari". E le residenze pubbliche universitarie "sono state smantellate negli anni a favore di studentati privati o di lusso", aggiungono i ragazzi. Dunque, il collettivo, che attacca la sinistra ma anche l’attuale governo, chiede "un reddito studentesco che permetta a tutti di accedere ad un percorso di studi universitario" e un "piano pubblico di investimenti per l’ampliamento delle strutture residenziali esistenti e per la costruzione di nuovi studentati che rimangano in mano pubblica", oltre alla "reintroduzione dell’equo canone per calmierare il mercato degli affitti privati, con istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca". L’appello degli studenti viene rilanciato da Sinistra italiana e dalla Cgil a livello nazionale.

E sempre ieri, la vicensidaca Emily Clancy ha rilanciato il tema durante la prima seduta dell’Assemblea pubblica sulla casa.

"Abbiamo lanciato cinque chiamate al governo per tutelare il diritto all’abitare – spiega la Clancy –. Tra queste, c’è la richiesta di assegnare ai Comuni aree dismesse o grandi vuoti urbani statali o parastatali, che potrebbero essere convertiti, anche con linee di finanziamento strutturali, in studentati o in edilizie residenziali sociali, in modo da dare risposta alla fascia che ne ha bisogno".

L’assemblea – uno strumento che affronta le tematiche dell’abitare, per fare fronte all’emergenza cittadina e alle difficoltà che si riscontrano a causa dei costosi affitti – lavora con 56 interlocutori, appartenenti a collettivi, sindacati degli inquilini, e piccoli proprietari, con anche rappresentanze studentesche. "C’è un’interlocuzione con la ministra Bernini – chiude Clancy – e con la ministra Santanchè sulla regolamentazione degli affitti turistici, ma non c’è stata ancora una risposta del governo alle nostre proposte. Continueremo a portarle avanti". I partecipanti si uniranno di nuovo il 15 e il 23 maggio, e alla fine del percorso "gli esiti saranno verbalizzati e consegnati ai soggetti che con noi producono le politiche per l’abitare", aggiunge Clancy. Tra questi, la Regione, Acer, e l’Alma Mater.

Mariateresa Mastromarino

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