
La rivoluzione di Bologna. Parte la città dei 30 all’ora. Automobilisti irritati ma vince la paura delle multe
e Andrea Bonzi
La paura ha fatto 30. Come il limite di velocità che, da ieri, i bolognesi devono rispettare in quasi tutte le strade cittadine. Chi sgarra e viene beccato dalle pattuglie appostate (e dotate di telelaser), dovrà pagare una multa che può andare da 29,40 a 845 euro. È questo deterrente ad aver convinto gli automobilisti – almeno nel primo giorno dove erano in vigore le sanzioni – a usare prudenza. Il nostro giro mattutino nelle vie cittadine certifica infatti un generale rispetto dei nuovi limiti decisi dal sindaco Matteo Lepore. Bologna è la prima grande città ad aver dato la stretta (a Milano, il dibattito è aperto) e la misura ha già diviso i cittadini: sono ’nate’ una petizione online che sfiora le 40mila firme e un referendum proposto dal centrodestra.
La partenza è prevista alle 8.30 dal Quartiere Reno, periferia ovest di Bologna. L’orario è quello di punta: anche volendo risulta difficile violare i 30 chilometri all’ora. Un lungo serpentone di auto e bus (anche loro devono rispettare i limiti, e per Uiltrasporti i ritardi ammontano in media a 23 minuti) si snoda sulla trafficatissima via della Barca, poco più che a passo d’uomo. I bolloni a terra e i cartelli avvisano dei nuovi paletti. Giunti su via Andrea Costa, si torna alle vecchie abitudini: il tratto dell’arteria che fiancheggia lo stadio Dall’Ara, permette di premere sull’acceleratore fino a 50 chilometri. Ma – a riprova dei dubbi del primo giorno – sono molti i veicoli che non si azzardano a superare i 32-35 chilometri o che addirittura restano sotto i trenta, così che l’infovelox che segnala la velocità non fa neanche la fatica di accendersi.
Appena superato il Dall’Ara, però, riecco il temuto divieto dei trenta. Il traffico è consistente, i bus rispettano i limiti, e la ‘carovana’ continua a marciare lentamente. Nessuno, a parte qualche motorino, più spavaldo, si azzarda a superare. Si arriva sui viali di circonvallazione, intoccati dalla misura: si può accelerare un po’ (ma occhio agli autovelox tarati sui 50). Eppure, a parte qualche eccezione, l’impressione è che abbia vinto il timore delle sanzioni: per stare sul sicuro, i bolognesi si mantengono attorno ai trenta, e anche meno. Zona Murri: il traffico allenta la morsa, complice l’orario meno congestionato. La strada è scorrevole, proviamo ad accelerare e superiamo agevolmente 3-4 auto inchiodate dietro a un bus.
Tutto bene? Non proprio: sono solo le 10 e, poco distante, in via Azzurra (teatro di due gravi incidenti, con una vittima), scatta la prima multa. A essere fermato dagli agenti per aver superato il limite di 4 chilometri orari (andava a 39 chilometri, ma 5 in più sono di tolleranza) è l’orefice Sergio Baldazzi. "Che cosa penso della Città 30? Meglio non farmi parlare. Ho anche visto il pannello con la velocità (l’infovelox, ndr), pensavo di aver superato il blocco... e invece il telelaser era pochi metri dopo: è così che si incassa. È difficilissimo andare ai 30. Bisogna guardare in continuazione il contachilometri, ma così facendo si perde di vista la strada". La sanzione intera è di 42 euro, se paga entro 5 giorni è di 29,40, senza decurtazione di punti. "Mi daranno il Tapiro di Striscia la Notizia. Chi mai è stato multato andando a 39 chilometri?", è il paradosso di Baldazzi. A fine giornata le sanzioni saranno 12: 7 per superamento dei 30 chilometri e 5 per aver infranto i 50. Al ritorno la musica non cambia: anche in via Saragozza tutti in fila dietro i bus, una colonna silenziosa.
E sulla Città 30, interviene Nicola Lodi, vicesindaco e assessore alla mobilità di Ferrara: "Estendere il limite di 30 chilometri su un’intera città è un grave errore. Siamo stati tra i primi ad applicarlo in alcune strade, dopo un confronto con i cittadini. Ma andare oltre è sbagliato".