La seconda vita solidale degli elettrodomestici

I riparatori della Cna rigenerano gli apparecchi dimessi: le prime dieci lavatrici donate a famiglie di profughi ospitate in provincia

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di Massimo Selleri

Rigenerare gli elettrodomestici per abbattere gli sprechi , rispettare l’ambiente e fornire alle famiglie che non possono permetterselo uno strumento pienamente funzionante. E’ la nuova sfida che vede in campo Cna Bologna, Hera e l’azienda Dismeco di Marzabotto,con la collaborazione della Bcc Felsinea.

Anche se il traguardo finale è ancora lontano la partita è già vinta dato che dalla raccolta differenzia e in particolare dallo smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sono nate 10 lavatrici che sono state donate ad altrettante famiglie di rifugiati che hanno trovato asilo in quattro comuni del nostro Appennino.

"Abbiamo messo a disposizione le competenze dei nostri associati appartenenti a un mestiere antico, quello dei riparatori di elettrodomestici – a parlare è Claudio Pazzaglia, direttore Cna Bologna –. Adesso i tempi di consumo degli elettrodomestici sono molto veloci, però possono essere riassemblati con le componenti utilizzabili. La funzione di Cna è quella di creare opportunità di lavoro attorno a questa strategia di recupero. Attraverso il nostro ente di formazione Ecipar vorremmo creare un’Academy per il mestiere di riparatore di elettrodomestici, che con la formazione possa favorire nuova occupazione in un mestiere che potrebbe avere molto spazio in futuro grazie all’economia circolare".

Questi elettrodomestici, che a tutti gli effetti sono "prodotti solidali", hanno una vera e propria filiera partendo dalla loro raccolta per poi smontare i vari pezzi e isolare quelli funzionanti e arrivare alla costruzione. "In collaborazione con Hera abbiamo ritirato elettrodomestici portati allo smaltimento e li abbiamo passati alla rigenerazione – aggiunge Claudio Tedeschi, titolare di Dismeco srl –. Il nostro impegno è creare una catena del valore dove il rifiuto torni a essere oggetto funzionante, con una logica di solidarietà. Siamo convinti che una buona parte degli elettrodomestici portati allo smaltimento possano tornare a funzionare". Grazie a un finanziamento della Bcc Felsinea, l’iniziativa sta interessando i comuni montani di Monghidoro, Loiano, Monzuno e San Benedetto Val di Sambro.

"Gli obiettivi di questo progetto sono davvero encomiabili – commenta Barbara Panzacchi, sindaca di Monghidoro e consigliera delegata della Città Metropolitana – unire il riutilizzo dei rifiuti nella logica dell’economia circolare con lo spirito solidaristico per adesso rivolto ai profughi ucraini e successivamente alle persone in difficoltà a causa della crisi. Attualmente ogni nostro Comune ospita circa 40 profughi, ma crediamo che il numero sia destinato a salire". L’iniziativa è stata presentata (nella foto) anche dal sindaco di Loiano Fabrizio Morganti, da quello di Monzuno Bruno Pasquini e da quello di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni. Presenti anche Andrea Rizzoli, presidente della Bcc Felsina e Stefano Amaducci di Hera.

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