ALICE PAVAROTTI
Cronaca

La sicurezza è un rebus: "Troppi morti sul lavoro. È necessario fare di più"

È unanime il parere dei bolognesi a un anno dalla tragedia di Suviana "Ormai si fa poca prevenzione e si interviene solo dopo i lutti" "Purtroppo, con l’aumento dei costi, le aziende risparmiano sul personale".

È unanime il parere dei bolognesi a un anno dalla tragedia di Suviana "Ormai si fa poca prevenzione e si interviene solo dopo i lutti" "Purtroppo, con l’aumento dei costi, le aziende risparmiano sul personale".

È unanime il parere dei bolognesi a un anno dalla tragedia di Suviana "Ormai si fa poca prevenzione e si interviene solo dopo i lutti" "Purtroppo, con l’aumento dei costi, le aziende risparmiano sul personale".

"Non è più accettabile morire sul posto di lavoro". Lo dicono i cittadini, lo gridano i familiari delle vittime, lo pensano in tanti ogni volta che accade una tragedia sul lavoro. Domani ricorre il primo anniversario della strage di Suviana, in cui sette persone hanno perso la vita in un’esplosione dentro la centrale idroelettrica. A un anno da quel giorno, Bologna non dimentica e nemmeno smette di interrogarsi: le aziende fanno abbastanza per la sicurezza? Cosa si potrebbe fare di più? Esiste una cultura della sicurezza sul lavoro? Lo abbiamo chiesto a chi, passando per il centro, ha voluto condividere un pensiero, un’esperienza, una proposta.

"La prevenzione non si fa più. Ai miei tempi – racconta Maurizio Lombardi – si lavorava soprattutto su quella, adesso si interviene solo dopo che è successo un incidente, ed è agghiacciante. Mi sono occupato per anni proprio di infortuni sul lavoro e ho notato un peggioramento notevole: in dieci anni avrò visto cinque o sei incidenti mortali, mentre adesso è una cosa quasi giornaliera. Si deve ricominciare seriamente a fare prevenzione".

Anche per Paolo Mazzacuva si dovrebbe fare di più: "Occorre rispettare le regole, altrimenti si rischiano disastri come quello di Suviana".

Marcella Braggioni, poi, è preoccupata: "Penso che si possa fare molto di più. Purtroppo, con l’aumento del costo della vita, anche i costi del lavoro spingono a risparmiare sul personale. Quando ci sono meno persone, c’è bisogno di fare più ore di lavoro, quindi si fanno straordinari su straordinari, con poca sicurezza e poca attenzione ai Dpi (Dispositivi di protezione individuale; ndr). Questo purtroppo porta a incidenti catastrofici. Morire sul posto di lavoro non è più accettabile".

"Le aziende dovrebbero e potrebbero fare di più – dice Valerio Filetti –: adeguarsi a tutte le norme attuali incide parecchio sui bilanci, ma è tema che deve essere affrontato, perché ci va di mezzo la salute e la vita delle persone, che è la cosa più importante". Angela Mirabile propone più formazione: "Si dovrebbero impegnare a fare dei corsi, e poi delle prove pratiche per preparare gli operai e tutte le persone che lavorano".

Vincenzo Di Maria evidenzia la necessità di una cultura della sicurezza: "Io lavoro in un contesto poco operativo sul campo, ma penso che la sicurezza sia un discorso ancora poco affrontato in molte aziende. Faccio il consulente in molte realtà che invece hanno uomini sul campo, e la sicurezza è spesso data per scontata o demandata solo a una parte delle risorse umane. Invece riguarda tutti. Serve affrontare il tema in modo più trasversale e meno tecnico: solo così si può costruire una vera e solida cultura della sicurezza".

"Io ho un’azienda di famiglia – racconta Fabrizio D’Amico – e per noi la sicurezza sul lavoro è una priorità. Mio padre è artigiano e i ponteggi sono la sua quotidianità: conosce bene i rischi, e cerchiamo sempre di migliorare le attrezzature".

"Secondo me il 70% delle aziende fa abbastanza per la sicurezza – osserva Franco Martelli –, ma c’è un 30% che invece non se ne occupa a sufficienza. Quando lavoravo io, forse c’era meno attenzione, mi sembra ci sia stato un lieve miglioramento nella centralità che si dà al tema, anche se non abbastanza". Viola Sassi afferma: "Io lavoro all’asilo nido e la sicurezza è fondamentale, abbiamo una manutenzione capillare che controlla i problemi dell’edificio. È un tema a cui si sta dando sempre più importanza, anche come conoscenza. Per esempio, da quest’anno sarà materia del concorso: ci saranno domande sulla legge 81 e sulla sicurezza sul lavoro".

Infine, Simona Lucchetti evidenzia un deficit di manutenzione: "Se ci fosse più manutenzione, nelle reti ferroviarie, negli impianti, in tutti i luoghi di lavoro, probabilmente eventi tragici di questa portata non si verificherebbero".