"La storia di Pino, un libro scritto con l’inchiostro dell’amore"

Le parole del cardinale Zuppi: "C’è sofferenza, ma anche gioia". Prossime presentazioni. martedì e il 19 dicembre

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"Mi chiamo Giuseppe. Pino per gli amici. ‘Panòcia’ per i migliori amici. Sono nato il 15 marzo 1967, nel reparto maternità del Sant’Orsola. Durante il parto i medici ritennero opportuno utilizzare il forcipe. L’operazione mi provocò una gravissima lesione ad una parte del cervello causandomi la quasi totale incapacità di controllo sia del corpo che della parola". Inizia così il racconto della prima parte della vita di Pino Battestini, di Castelletto di Valsamoggia, in carrozzina da quando è nato. Una mente lucida imprigionata in un corpo incapace di garantirgli ogni forma di autonomia. Una prosa ironica e disincantata che si può esprimere solo attraverso parole digitate sulla tastiera con un’asta curva trattenuta alla fronte da una cinghia. Ogni pagina è una conquista. E come tale è stata trascritta in un libro fresco di stampa (Epika ed) che verrà presentato martedì alle 18,30 nella sala polivalente di Castelletto, per poi approdare a Bologna, in Sala Borsa, il 19 dicembre.

Il card. Zuppi nella presentazione ha notato che "Pino ha scritto questo libro con l’inchiostro dell’amore, a volte della sofferenza, altre della gioia, ma sempre con tanta umanità: vera, profonda, intensa. La sua vicenda potrebbe far scendere un velo di tristezza sul lettore e indurlo ad una giustificata compassione verso chi è segnato da una sfortuna (Pino direbbe ‘sfiga’) così grande. Contro ogni previsione però la lettura si rivela piena di relazioni, di incontri, di esperienze".

Pino non si è mai arreso, è andato a scuola, è diventato un campione di dama e soprattutto è diventato un tifoso irriducibile del Bologna Fc.

Gabriele Mignardi

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