CLAUDIO BOLOGNESI
Cronaca

La Targa d’Oro dei mezzi storici alla locomotiva ultracentenaria

Il riconoscimento dell’Asi a Palazzo Varignana per la motrice a vapore.

Il riconoscimento dell’Asi a Palazzo Varignana per la motrice a vapore.

Il riconoscimento dell’Asi a Palazzo Varignana per la motrice a vapore.

Una perla rara, meritevole della Targa d’Oro per l’eccezionale rilevanza storica e culturale. Palazzo di Varignana ha ricevuto nei giorni scorsi un prestigioso riconoscimento. Ad essere premiata è stata la locomotiva a vapore FS 740.329, parte integrante del Treno Reale custodito all’interno del parco del resort, meritevole della Targa d’Oro assegnatagli dall’ Automotoclub Storico Italiano, ovvero il massimo titolo conferito ai veicoli per la straordinaria rilevanza storica e culturale.

La storia della locomotiva Fs è tutta da raccontare. Costruita dalla OM, le storiche Officine Meccaniche di Milano, entrò in servizio poco dopo la Prima Guerra Mondiale, il 24 marzo del 1921, riconosciuta come uno dei più significativi esempi di ingegneria ferroviaria italiana. Appartenente alla serie 740, la più numerosa tra le locomotive a vapore italiane, venne ribattezzata la "Maestra" perché intere generazioni di macchinisti appresero il mestiere proprio su questi modelli, in depositi di tutta Italia, dalle Alpi alle isole. A distanza di un secolo fa bella mostra di sé, perfettamente restaurata e conservata, nel parco del resort, scelta con l’obiettivo di completare il progetto del Treno Reale di Palazzo di Varignana che comprende anche una storica carrozza ristorante risalente allo stesso anno di realizzazione della "Maestra", il 1921.

La cerimonia di consegna si è svolta alla presenza del Presidente dell’Asi Alberto Scuro e della proprietà del resort rappresentata dal patron Carlo Gherardi (nella foto). "Attribuire la Targa d’Oro a questa straordinaria locomotiva significa riconoscere non solo il suo valore storico, ma anche il lavoro di recupero e valorizzazione che le ha restituito dignità e visibilità", ha sottolineato Alberto Scuro, aggiungendo poi che il recupero è "un esempio virtuoso di come il patrimonio tecnico del nostro Paese possa tornare a emozionare, in contesti capaci di coniugare memoria e bellezza".

Claudio Bolognesi