Fa paura, ogni ora che passa sempre di più, la frana di via La Cà, a San Benedetto Val di Sambro. Una frana che, dopo i danni risalenti ormai a trent’anni fa, si è riattivata a seguito dell’alluvione di sabato. Le case, in cima alla montagna, che ieri mattina hanno iniziato a scivolare, erano state evacuate già giovedì, visto che la frana ha iniziato a muoversi a una velocità impressionante di un metro e mezzo all’ora. A rendere difficile il monitoraggio della situazione la nebbia fitta che, da tre giorni, circonda l’Appennino. Sempre sul posto i vigili del fuoco di Monzuno: a far paura la possibilità che la frana, scivolando, potesse creare una diga naturale nel letto del Sambro, ostruendolo in modo irreparabile. E per questo erano al lavoro, da ieri, pompieri e tecnici comunali.
A dare un aggiornamento è stato il sindaco Alessandro Santoni: "Nei primi due giorni ci siamo soprattutto concentrati sulla assistenza alla popolazione e sul monitoraggio delle abitazioni: ci sono cinque residenti evacuati e le case prossime al movimento sono state precauzionalmente rese inagibili. Da giovedì i tecnici della Regione e dell’Università hanno iniziato le attività di monitoraggio. Purtroppo il maltempo e la nebbia di questi due giorni hanno impedito il rilievo speditivo aereo con droni. Purtroppo dalle prime ore di ieri il piede della frana in evoluzione, come si temeva, è arrivato dentro lo scaricatore del torrente Sambro. Tutte le forze presenti sul posto stanno lavorando per cercare di salvaguardare lo scorrimento del torrente, che è rimasto funzionante. Parallelamente, si sta studiando un sistema di pompaggio alternativo da mettere in funzione nel caso in cui il sistema di deflusso delle acque dovesse andare in crisi. Ringrazio tutti coloro che con noi stanno operando giorno e notte: i volontari della protezione civile di San Benedetto e di Monzuno; le forze dell’ordine (polizia locale e carabinieri) e i vigili del fuoco; la protezione civile ed il servizio geologico dell’Unione dei Comuni; tutto il personale del Comune; Hera per essere prontamente intervenuta per ripristinare in maniera provvisoria la rete acqua; le imprese e i volontari che stanno operando per cercare di attenuare il rischio, per quanto sia effettivamente possibile, di cui l’immagine è rappresentativa solamente della nicchia di distacco, che è purtroppo molto più alta di quella del 1994".