Laboratorio analisi, la rivolta dell’Appennino

I sindaci dei Distretti scrivono all’Ausl: "Inascoltate le nostre parole". L’azienda sanitaria: "Garantiti gli stessi servizi ai pazienti"

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di Zoe Pederzini

Risale a due settimane fa la notizia della chiusura del laboratorio analisi dell’ospedale Simiani di Loiano e la sostituzione di questo (e di quelli di Budrio e Vergato) con un sofisticato e tecnologico point-of-care. La soluzione, però, almeno per Loiano e Vergato, non convince affatto cittadini e amministrazioni comunali che, dopo riunioni varie, hanno scritto all’Ausl dichiarandosi apertamente contrari.

Insomma, l’Appennino non ci sta. "Il ruolo dei distretti socio-sanitari deve tornare ad assumere la sede decisionale e di indirizzo che compete loro, e affinché ciò sia possibile l’Azienda Usl deve portare all’interno di tale assemblea gli argomenti che interessano la programmazione (economica, dei servizi, strutturale, …) in modo da dare la possibilità ai sindaci di poterne discutere – spiegano i primi cittadini dei distretti dell’Appennino Bolognese e del Savena-Idice – ricordando che tale assemblea di amministratori è stata costituita proprio per tale scopo al fine di indirizzare politicamente le scelte in maniera da essere effettivamente espressione rappresentativa del territorio. Il rispetto e soprattutto il riconoscimento dei diversi livelli di governance territoriale è fondamentale oltre che doveroso".

Alla lettera inviata dalle amministrazioni all’Ausl hanno fatto seguito anche le dichiarazioni di vari sindaci. In primis di Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto Val di Sambro e presidente del Distretto Appennino Bolognese: "Non siamo contrari all’avanzamento tecnologico – sottolinea il primo cittadino –. Infatti ciò che chiedevamo era che le nuove tecnologie venissero messe a disposizione dei professionisti ospedalieri come ausilio, e non in sostituzione di tali figure. Non possiamo continuare a ragionare delle scelte politiche in Appennino banalizzandole a semplici calcoli numerici, perché se così fosse dovrebbe purtroppo essere chiuso tutto o quasi. Infine, dispiace molto constatare che le parole di così tanti sindaci non vengano prese in considerazione. Così non va bene".

Parole condivise anche dai sindaci di Vergato, Monghidoro, Loiano e Pianoro.

L’Ausl, però, come si legge nella nota di risposta, si dice convinta che si tratti di una soluzione migliorativa: "Nell’ambito di una riorganizzazione dei servizi del Laboratorio Unico Metropolitano, Loiano potrà contare sulle medesime funzionalità garantite finora a pazienti ricoverati all’ospedale o in Pronto soccorso nonché ad utenti esterni, che verranno però erogate attraverso l’utilizzo degli innovativi dispositivi diagnostici PoCT – spiega l’azienda sanitaria –. Le piattaforme diagnostiche PoCT, da tempo in uso in Azienda, sono state acquisite attraverso un importante investimento finalizzato proprio a garantire una migliore qualità dell’assistenza e a ottimizzare i percorsi di diagnosi e cura del paziente".

"Prossimità del servizio, tempestività del referto e della decisione medica sono i punti di forza di questa riorganizzazione che può sempre e comunque contare su una qualità del dato diagnostico, controllato e validato da tecnici esperti del Laboratorio unico metropolitano – prosegue ancora l’azienda sanitaria –. Ne è la prova l’utilizzo di tale tecnologia in setting assistenziali di emergenza-urgenza. Questa riorganizzazione è peraltro funzionale all’Azienda Usl per continuare a garantire prestazioni di laboratorio in sedi ospedaliere che altrimenti non raggiungerebbero il numero minimo richiesto dall’accreditamento regionale per il mantenimento di tale servizio".

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