Laboratorio chiuso, duecento in presidio

Protesta all’ospedale Simiani dopo lo stop dell’Ausl alle analisi. I sindaci Morganti e Panzacchi alla manifestazione con i cittadini

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Duecento persone, nonostante la nebbia e il freddo pungente, si sono riunite, in protesta, sabato mattina davanti all’ospedale Simiani di Loiano per dire ‘no’ alla chiusura del laboratorio analisi da parte dell’Azienda Usl di Bologna e altre manifestazioni sono già state annunciate. Il laboratorio analisi in questione, che al pari di quelli di Vergato e Budrio, verrà sostituito dall’uso di apparecchiature Poct, ovvero da macchinari, è già chiuso da qualche giorno in attesa che avvenga la riorganizzazione prevista dall’Ausl e dalla Ctssm, Conferenza territoriale sociale sanitaria metropolitana di Bologna. Ma i cittadini e le istituzioni locali non ci stanno e il Comitato Appennino Salute e Territorio, dopo la protesta organizzata sabato scorso, ha già annunciato un ulteriore presidio davanti alla sede della Regione, in una data ancora da fissare.

"La manifestazione di sabato scorso l’abbiamo indetta non appena l’Ausl ha comunicato ufficialmente la chiusura del laboratorio – tuonano dal Cast –. Nel comunicato stampa del Ctssm si parla di riorganizzazione ma di fatto il laboratorio è chiuso e sostituito da apparecchiature Poct per quanto riguarda le urgenze, mentre i prelievi degli esterni verranno inviati altrove. Nelle rassicurazioni dell’Ausl tutto ciò si tradurrà in un servizio più economico e più performante, in quanto secondo i dati forniti il laboratorio di Loiano non è più accreditabile a causa del numero insufficiente di esami processatianno. Noi non siamo affatto convinti di questo e poniamo le seguenti obiezioni: perché il laboratorio di Loiano che fino al 2021 faceva 120mila esami all’anno ovvero ben al di sopra dei 100mila richiesti, ora ne fa un numero insufficiente anche se la richiesta dal territorio resta pressoché invariata? Quali interferenze potranno avere su una buona qualità dei referti i tempi che intercorreranno dal momento del prelievo all’esecuzione dell’esame a causa del trasporto ad oltre 45 chilometri di distanza? Che fine faranno le attrezzature attualmente presenti nel laboratorio? A cosa sarà destinato lo spazio che si libera?".

Il Comitato, poi, prosegue: "Questa modalità di agire nei confronti dei territori montani, già di per se disagiati, non ci piace. Vogliamo risposte e vogliamo che i cittadini vengano coinvolti nelle decisioni che riguardano il territorio. Continueremo a fare domande anche scomode e come prossima azione intendiamo organizzare una manifestazione davanti alla Regione e dare l’avvio a una raccolta firme". A sostegno del Comitato erano presenti anche i sindaci di Loiano e Monghidoro, Fabrizio Morganti e Barbara Panzacchi, rappresentanti della lista di minoranza UnitiInsieme Monterenzio e rappresentanti di Nursing Up, il sindacato degli infermieri.

Zoe Pederzini

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