Santa Caterina de’ Vigri, l’altra patrona di Bologna: la storia mai narrata

Il corpo della badessa è conservato nella chiesa del Corpus Domini. I misteri: dal profumo delle spoglie al liquido che trasuda nelle vesti

L’altra patrona di Bologna  Santa Caterina de’ Vigri  La storia  mai narrata

L’altra patrona di Bologna Santa Caterina de’ Vigri La storia mai narrata

Bologna, 18 aprile 2023 – Donna di lettere, artista poliedrica, devota e, infine, Santa. Una storia del tutto particolare quella di Caterina de’ Vigri, badessa delle Clarisse vissuta nel XV secolo e diventata Santa Caterina, patrona di Bologna (in coabitazione con il più celebre San Petronio). Turisti e fedeli possono ammirare il suo corpo, seduto su uno scranno e protetto dentro una teca, nella chiesta del Corpus Domini, in via Tagliapietre. Il mistero che aleggia attorno a questa Santa è il tema della puntata di oggi de ‘il Resto di Bologna’, il podcast della nostra redazione che racconta fatti inediti e personaggi legati alla nostra città. Lo si può ascoltare qui o sulle principali piattaforme, da Spotify a Apple e Google Podcast.

A guidarci nelle pieghe della Storia (e della fede) è Elena Selmo, responsabile dell’Ufficio visite guidate dell’associazione no profit ‘Succede solo a Bologna’, che da anni si occupa di promuovere la cultura e il patrimonio del nostro territorio. Nata in via de’ Toschi, in pieno centro a Bologna, nel 1413, Caterina de’ Vigri scala velocemente la gerarchia delle Clarisse: nel 1431 prende l’abito monacale, nel 1456 diventa badessa e fonda il Monastero del Corpus Domini. "Era una personalità straordinaria per il XV secolo – spiega la Selmo –. Colta, intelligente, scrittrice di sermoni e trattati spirituali, pittrice e suonatrice di violetta, davvero poliedrica. Una donna che anche oggi sarebbe affascinante".

Ma il mistero legato alla fede inizia con la sua morte, nel marzo del 1463. "Dopo una quindicina di giorni, infatti, secondo i racconti tramandati, le consorelle esumano il corpo di Caterina e lo trovano intonso, con il viso ancora bianco – prosegue la Selmo –. Si dice che emanasse un profumo di fiori". Elementi che vengono considerati un segno di santità. Viene deciso quindi di conservare il corpo, posto seduto su uno scranno. "Per mesi le sarebbero cresciuti unghie e capelli – continua la Selmo – poi è chiaro che si entra nell’ambito della fede". Un dato certo è la pelle, divenuta brunita, color ambra scura (forse anche per l’esposizione ai ceri reiterata), ma ancora intatta. Inoltre, pare che il corpo trasudi ancora liquidi, e alcune vesti vengano regolarmente cambiate.

Sia come sia, l’esposizione è impressionante e meta di fedeli e turisti. E la chiesa del Corpus Domini viene ormai indicata come ’Chiesa della Santa’.

a. bo.

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