Bologna, il caso Tonino Lamborghini: "Flavia non è sua figlia. E lo ha diffamato"

La donna e la madre sono state rinviate a giudizio. "Ma non è finita qui, la verità arriverà nel dibattimento"

Bologna, 25 novembre 2022 - Scuote la testa Flavia Borzone: "Non ci aspettavamo questo esito, ma andremo avanti". Avanti che significa un processo. Un dibattimento pubblico dove lei, 34 anni partenopea, dovrà rispondere insieme alla mamma Rosalba Colosimo di diffamazione nei confronti dell’imprenditore Tonino Lamborghini. "Il gup – commenta soddisfatto il professor Mauro Bernardini per l’erede della famiglia che fondò la notissima casa automobilistica – ha accolto la richiesta della pubblica accusa mostrando di non sottovalutare sia la lesione subita dal dottor Lamborghini al suo onore, essendo stato sotto attacco con metodi scandalistici, sia la lesione alla sua riservatezza per fatti attinenti alla vita privata e intima di oltre 30 anni fa".

Tonino Lamborghini, Flavia Borzone e Rosalba Colosimo
Tonino Lamborghini, Flavia Borzone e Rosalba Colosimo

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"Elettra, fammi conoscere papà Tonino". Dalle pagine di una rivista di gossip, Flavia Borzone si appellava così all’erede della dinastia Lamborghini, presentandosi come sua sorellastra. Lo faceva ripercorrendo, in un’intervista, le tappe della presunta storia tra sua madre Rosalba, cantante lirica napoletana di 61 anni, e l’imprenditore centese, da cui, sosteneva, sarebbe nata lei, nel 1988. Una vicenda che presto, dai rotocalchi, era passata alle trasmissioni scandalistiche del pomeriggio, fino ad approdare, come ultima tappa, in tribunale dopo la denuncia presentata il 29 ottobre 2019 da Lamboghini contro entrambe per diffamazione. Già il 18 febbraio 2021 mamma e figlia erano state condannate in sede civile a pagare al 75enne imprenditore – padre di cinque figli tra cui la cantante e conduttrice tv Elettra Lamborghini – 30mila euro ciascuna. Oltre all’obbligo di non parlare mai più in pubblico di quella storia. Ieri, davanti al gup Francesca Zavaglia e al pm Antonello Gustapane, sono tornate a farlo (ovviamente autorizzate) per oltre un’ora e mezza con "mamma – racconta Flavia – che è partita dal principio di quella loro relazione".

Durante l’udienza l’avvocato Antonello Madeo, per le imputate, ha prodotto l’atto di nascita della presunta figlia "dove risulta che Flavia si chiama Clelia, come la mamma di Tonino Lamborghini". Poi due fotografie, di lei e dell’imprenditore "che si assomigliano come gocce d’acqua". Infine la Ctu del procedimento attualmente pendente davanti al tribunale di Napoli sul disconoscimento della paternità di Amedeo Borzone, ad oggi padre legittimo di Flavia. "Abbiamo cercato di dimostrare – spiega ancora l’avvocato Madeo – come fosse inutile un dibattimento alla luce della evidente scriminante quantomeno putativa in capo alle mie assistite, la cui finalità era, ed è, esclusivamente l’accertamento della verità biologica".

Si tornerà a discuterne dal 13 marzo, giorno fissato per la prima udienza dibattimentale davanti alla seconda sezione penale di via D’Azeglio. "Non è finita qui – promette Flavia –, in quella sede dimostreremo le nostre ragioni. Perché non abbiamo diffamato proprio nessuno".

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