Landini bacchetta i partiti "Non do indicazioni di voto"

Il leader Cgil: "Governi di destra e sinistra hanno peggiorato la vita della gente. Ma il 25 andate tutti alle urne". E lancia la mobilitazione di piazza l’8 ottobre a Roma

Migration

La politica in questi anni non ha fatto abbastanza per il lavoro. E proprio il lavoro in campagna elettorale non ha avuto il ruolo da protagonista. Di fronte a una platea di 5mila delegati in piazza Lucio Dalla, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è intervenuto all’assemblea di ‘Ascoltate il lavoro’ non risparmiando critiche ai partiti. Nessuna indicazione di voto da parte di Landini al suo popolo, tra attacchi alla destra, ma prende il suo avere anche la sinistra che il leader Cgil non assolve, ma bacchetta.

"In molti casi sia governi di destra e sia governi che si richiamavano alla sinistra hanno fatto politiche che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro delle persone", dice picchiando duro dal palco. Da qui, l’astetensionismo causato da "una rottura tra lavoro e politica".

Un astensionismo inconcepibile per il leader Cgil, visto che "mio padre partigiano non ti faceva neanche finire la frase...". La linea di Landini, però, si limita a un appello ad andare alle urne, sebbene bolli la flat tax omce "una presa in giro": "Non dobbiamo stare zitti, per non far decidere altri al nostro posto. Ma la Cgil non è un partito e tutti gli iscritti al sindacato si muovono con la loro testa". Un faro, però, c’è: la Costituzione. "Noi ci siamo battuti per difenderla – aggiunge Landini – sia quando la voleva cambiare Berlusconi, sia quando la voleva cambiare Renzi. Non abbiamo bisogno di fenomeni, ma di un lavoro collettivo. Per questo, oggi è il momento di andare alle urne. Per cambiare politiche e legge elettorale".

Non risparmia il governo Draghi, rivendica la protesta della Cgil in piazza con la Uil contro la riforma fiscale, e annuncia un ritorno in piazza l’8 ottobre a Roma, un anno dopo l’assalto fascista alla sede del sindacato nella Capitale. "Si tratta di una mobilitazione per ribadire ’mai più fascismi’, ma anche per dire al nuovo governo, che non sappiamo di che colore sarà, che la prima cosa da fare è la legge di bilancio. E mettere al centro lavoro e solidarietà".

Un capitolo dell’intervento è per il decreto Aiuti con un affondo ’senza se e senza ma’ sul caso dei manager della pubblica amministrazione: "Hanno votato tutti il decreto che aiuta chi guadagna più 240mila euro (ma Draghi ha deciso di stoppare la deroga, ndr). Questo è indegno nei confronti dei lavoratori". L’assist è a tutti quei lavoratori e lavoratrici, prostrati dal caro-bollette ("per questo serve l’autonomia energetica") in un contesto di divisioni e diseguaglianze: "La politica ci ascolti e torni a assumere il lavoro e le persone come elemento per costruire una nuova società". In quest’ottica, tra gli applausi, invita i delegati a una sorta di mobilitazione permanente. "Dobbiamo convocare le assemblee nelle fabbriche, dobbiamo batterci. E chi è dipendente deve sacrificarsi per chi è meno garantito", insiste Landini. Una mobilitazione che partirà già dal 23 settembre, nell’ambito della manifestazione ’Fridays for future’, per l’ambiente e per il lavoro.

I capisaldi della mobilitazione restano fissati in un decalogo presentato durante l’assemblea. Dieci priorità che vanno dall’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni, un tetto alle bollette, il salario minimo legato al trattamento economico complessivo dei Contratti collettivi nazionali e la legge sulla rappresentanza. E poi, no alla flat tax, lotta all’evasione e all’elusione fiscale, tassazione degli extraprofitti per poi redistribuirli ai redditi più bassi. Infine, il superamento del Jobs Act e conseguente precarietà.

Rosalba Carbutti

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro