L’antico presepe di Pietro Righi visibile a tutti

Nicoletta

Barberini Mengoli

Una bellissima Natività, inedita e di collezione privata. È visibile al Museo Davia Bargellini (Strada Maggiore 44). Un presepe esemplare di Pietro Righi (Bologna, 1772 – 1839) realizzato in terracotta, dal modellato di notevole qualità. Sul retro, sulla creta fresca prima della cottura: "Pietro Righi fece L’anno 1826 li 4 ottobre nº 5". Oltre a questo, per la prima volta riuniti, saranno visibili altri due esemplari dello stesso scultore e con la medesima iconografia. Righi si allinea tra i più importanti plasticatori bolognesi quali Mazza, Piò e Scandellari come un erede di questa arte scultorea "presepistica" la quale, anche se di produzione seriale a stampo, accessibile a tutti i ceti sociali, riprende la tradizione e l’ispirazione dei grandi maestri che insegnavano all’Accademia di Belle Arti, dove Righi svolse l’incarico di bidello. Il gruppo presepiale inedito rappresenta la Vergine, San Giuseppe e il Bambino con l’asino e il bue accosciato nella greppia mangiatoia, figure che venivano realizzate singolarmente per poi essere assemblate su di una base, a creare composizioni diverse. Vi è un’altra versione più complessa di questa tipologia di Natività del Righi, dove la Madonna si presenta sotto una tenda, quasi un rifugio di fortuna, tenendo tra le braccia il Bambino, e San Giuseppe le è seduto a fianco. Si devono agli studi di Stefano Tumidei le attribuzioni al Righi di questi pezzi presepiali, ritenuti sino a pochi anni fa di plasticatore anonimo. La bellezza di questi pezzi, realizzati anche in singole figure di soggetto sacro e profano, è frutto della sua attività artistica artigianale che risente dell’influenza di due grandi maestri neoclassici, Giacomo Rossi, prima, e poi Giacomo De Maria. Probabilmente la genialità era nel DNA di famiglia, perché Pietro Righi era il nonno del celebre fisico Augusto Righi. La mostra è accompagnata da testi di Fernando e Gioia Lanzi e Antonella Mampieri.