L’applicazione del Pnrr "Consulenti fondamentali"

Il presidente di Assoconsult, Luigi Riva, risponde alle perplessità di Romano Prodi "Il nostro contributo è importante, l’85% delle aziende private è soddisfatto".

L’applicazione del Pnrr  "Consulenti fondamentali"

L’applicazione del Pnrr "Consulenti fondamentali"

"Siamo un mondo completamente integrato con il contesto italiano. E che ha ben a mente l’importante sfida del Piano nazionale ripresa resilienza: il nostro contributo si concentra sia sulla formazione dei funzionari della pubblica amministrazione, che oggi fanno fatica a interpretare i progetti presenti nel Pnrr, sia sull’affiancamento dei Comuni per mettere a terra e implementare questi stessi progetti".

A parlare è Luigi Riva, il presidente di Assoconsult - Associazione delle Società di Consulenza Organizzativa e Direzionale - in risposta all’affermazione di Romano Prodi, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, in cui l’ex presidente del Consiglio sottolineava come "la necessità di affidarsi ai consulenti, contro i quali non ho nulla, non è il modo per migliorare la nostra burocrazia e la nostra capacità decisionale, anch’esse obiettivi del miracoloso Pnrr, a cui sembra sia stato dato il compito di risolvere tutti i mali". Sul tema, infatti, i riflettori continuano a rimanere accesi. E il presidente dell’associazione fa chiarezza: "Le società di consulenza danno un importante contributo: da un’indagine del 2021, abbiamo rilevato come l’85% degli imprenditori privati si dichiara soddisfatto delle attività svolte insieme ai consulenti. Questo contributo, fornito anche alla pubblica amministrazione in Italia, rappresenta un valore molto importante: oggi noi potremo mettere a disposizione della pubblica amministrazione ulteriori 7-8mila persone, per aiutare a mettere a terra i progetti presenti nel Pnrr, con attività multidisciplinari, di digitalizzazione e competenza tecnica – prosegue Riva –. Il rischio, altrimenti, è che dei famosi 200 e rotti miliardi se ne spendano molto pochi. Non andremo lontano se non si utilizzano tutte le energie del Paese, a cui noi vogliamo dare realmente una mano. E possiamo farlo: siamo un’industry, una creazione di capitale umano ad alto contenuto intellettuale, una fabbrica di competenze che ogni anno assume dalle 5 alle 7mila persone laureate". Numeri, questi, che confermano la crescita di un settore che, a oggi, genera 5 miliardi e mezzo di volume d’affari complessivo e che è cresciuto negli ultimi 12 anni del 90%. "Un settore, infatti, che gode di ottima salute - prosegue Riva - e che può rivestire un ruolo importante all’interno di questa partita e non solo".

Gli fa eco Marco De Amicis, direttore generale Assoconsult: "La difficoltà è quella di riuscire, in poco tempo, ad aumentare il capitale umano per lavorare sui progetti. E c’è un settore, cioè quello della consulenza, che può dare una mano ad assumere più velocemente e a formare queste stesse persone: in questa fase, saremo lieti di intervenire ancora di più di quello che già facciamo".

g. d. c.

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