
Per la Regione i centri sono "un’offerta strutturata". Confronto tra Ausl e sindacati: c’è l’ok, si va avanti. "Riforma integrata con l’attività della guardia medica".
"Il pronto soccorso di Bazzano: nessuna riduzione di organico, solo una rimodulazione estiva di buon senso. I Cau? Non si chiudono". Con queste dichiarazioni scandite e ribadite ieri mattina l’assessore regionale alla sanità Massimo Fabi (nella foto) ha tentato di disinnescare un conflitto coi cinque comuni del distretto Reno Lavino Samoggia che aveva appena incontrato insieme alla direzione dell’Azienda Usl di Bologna, e anche con i sindacati (Uil e Snami) che sulla riduzione di un medico nei turni pomeridiani e festivi al pronto soccorso del Dossetti hanno proclamato lo stato di agitazione. L’oggetto preciso del contendere, così come venerdì scorso avevano messo nero su bianco i sindaci di Casalecchio, Zola, Sasso, Valsamoggia e Monte San Pietro, per Bazzano non era in realtà la riduzione di organico (che l’assessore regionale ha negato) ma il depotenziamento del servizio di Pronto soccorso limitato ai casi di minore gravità.
Così come per il Cau inaugurato meno di due anni fa alla Casa della comunità di Casalecchio, del quale sarebbe prevista la chiusura solo durante le ore notturne con un ritorno al servizio di guardia medica. Nessun commento, e quindi nessuna valutazione a caldo da parte dei cinque sindaci al termine dell’incontro. Con l’Azienda Usl di Bologna che riferisce invece di avere avviato in seno alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana di Bologna (Ctssm) un confronto con i sindacati e le Ausl territoriali "sugli interventi a supporto della domiciliarità e della presa in carico delle urgenze minori". Nessun riferimento al destino del pronto soccorso di Bazzano, mentre sui Cau nel comunicato si legge di che "in continuità col percorso di consolidamento e di evoluzione dell’esperienza dei Cau nella gestione delle urgenze minori, per le sedi di Navile, di San Lazzaro di Savena e di Casalecchio di Reno – ove si è registrato un numero di visite per problemi minori significativamente ridotto nelle fasce serale e notturna (da una visita all’ora a una visita ogni due ore) – è stata presentata oggi alle organizzazioni sindacali confederali in seno alla Ctssm il primo modello di integrazione funzionale con la continuità assistenziale (ovvero con la guardia medica). Si è aperto, sul tema, un approfondito confronto di comune interesse a tutela e garanzia del livello qualitativo e di appropriatezza dei servizi".
Sulla chiusura notturna nessun riferimento diretto, con la previsione di una riconvocazione della Conferenza a metà giugno. Ma anche con l’assessore Fabi che parla dei Cau come di un investimento essenziale che "dopo questo primo periodo di sperimentazione sono diventati uno strumento ormai strutturato" anche se "ci sono delle regole di funzionamento e anche di buon senso che ci dicono che quando in una certa fascia oraria abbiamo un calo fisiologico degli accessi, l’offerta viene rimodulata. È un principio di buona amministrazione e buona gestione".