Paolo Maini ha fatto il piccolo miracolo. Maini non ha poteri taumaturgici, è l’assessore alla Cultura del Comune di Lizzano in Belvedere, ma con una marcia in più quando si presentano certi casi. Come quello dello sfregio, a cavallo del 25 aprile scorso, messo a segno ai danni del ritratto del Papa Buono, di Papa Giovanni XXIII, scolpito sulla fiancata di una roccia di pietra serena che nella frazione di Pianaccio si trova lungo la strada che porta al Rifugio Segavecchia.
Mani anonime si erano divertite a disegnare con un pennarello nero i baffetti a "mosca" e il ciuffo ribelle, identificativi del volto di Hitler. Segni sacrileghi, anche se non si tratta di un’immagine benedetta, che avevano scandalizzato tutti gli abitanti di Lizzano e di Pianaccio e che, nei giorni scorsi, sono stati cancellati dalle mani fatate dell’assessore Maini (nella foto), esperto restauratore e abituato a ripulire centinaia di metri quadri di marmi storici come quelli delle decorazioni della facciata di San Petronio a Bologna.
"È stato un intervento agevole – rivela Maini – concentrato su pochi centimetri di questa immagine che Enrico Rossi ci ha lasciato a metà degli anni ’70 del secolo scorso. Sono intervenuto con un gel rimotore che rimuove la patina inappropriata. Quindi, ho usato bisturi e micro spazzole per pulire il ritratto. Sono passato poi alla reintegrazione delle zone del viso e del vestiario di Papa Giovanni con pigmenti adatti e, infine, utilizzato prodotti per consolidare la roccia e prevenire i mini sfaldamenti".
"Comunque – conclude l’assessore - restauratore di Lizzano –, era importante intervenire subito, per evitare danni peggiori e, magari, ulteriori sfregi e, soprattutto, per dare un segnale alla popolazione, molto attaccata a questa immagine del Papa buono, che ci si prende cura del territorio e delle proprie bellezze naturali e artistiche".
n. m.
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