NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Lavoratori bloccano la tangenziale. In 10mila sfilano per il contratto. La Questura: "Verranno denunciati"

Primo caso in Italia dopo l’entrata in vigore del decreto Sicurezza: rischiano fino a due anni di carcere. Il percorso era autorizzato, non il cambio di tragitto: "Doveroso adempimento segnalare alla Procura".

Il corteo sfila in tangenziale: 10mila i lavoratori e le lavoratrici che hanno percorso il tratto tra l’uscita sette e la otto

Il corteo sfila in tangenziale: 10mila i lavoratori e le lavoratrici che hanno percorso il tratto tra l’uscita sette e la otto

"I comportamenti dei manifestanti, nell’ambito dell’esercizio del diritto di sciopero, saranno riferiti, solo per doveroso adempimento, alla competente autorità giudiziaria per le valutazioni di legge". Nel primo pomeriggio di ieri la Questura ha deciso di intervenire così sulla manifestazione andata in scena poche ore prima. Diecimila lavoratori si erano riuniti al Parco Nord, autorizzati, ed erano scesi in strada per chidere di tornare a negoziare, dopo oltre un anno di trattative ferme, il contratto di lavoro dei metalmeccanici. Ma gli operai e le operaie, a un certo punto del tragitto, in via Stalingrado, hanno deciso di passare per la tangenziale. Lo hanno fatto all’altezza dell’entrata 7, direzione sud. Meno di una quarantina di minuti di camminata, bloccando la circolazione, fino all’uscita 8. E per questo ora rischiano di essere denunciati per blocco stradale, per gli effetti del nuovo decreto Sicurezza. Sarebbe la prima volta in Italia.

C’era chi arrivava da Reggio Emilia, chi da Rimini. Insomma, da tutta la regione, uniti per alzare la voce. L’ingresso in tangenziale del folto corteo organizzato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, accompagnato dai Reparti inquadrati della polizia, "ha disatteso le prescrizioni", ha subito detto la Questura. Ovvero, non ha seguito il percorso concordato e lo ha fatto senza alcun accordo. Così gli agenti, "per scongiurare il verificarsi di ulteriori situazioni di pericolo, hanno evitato il respingimento con l’uso della forza".

Da qui, il "doveroso adempimento", come detto dalla stessa Questura, di segnalare il fatto alla Procura. Perché dal 10 giugno il blocco stradale è diventato un reato, con l’entrata in vigore il tanto discusso decreto Sicurezza voluto dal governo. Ovvero, i blocchi stradali non sono più illeciti amministrativi. E la pena prevede una reclusione fino a un mese o la multa fino a 300 euro. Ma se il fatto è commesso da più persone, come in questo caso, la reclusione va dai sei mesi ai due anni. Solo che ieri in strada sono scese 10mila persone. E pensare di identificarle tutte, attraverso i filmati video della polizia, sembra impossibile. Poi si dovranno valutare i presupposti per applicare la nuova legge. Un decreto che anche a Bologna, a inizio maggio, era finito nel mirino degli avvocati con uno sciopero di tre giorni. "Una pericolosa deriva illiberale e antidemocratica", l’avevano definito. In questo caso, con 10mila partecipanti, applicare la norma diventerebbe complesso anche per la Procura, a cui ora passerà la parola.

E pensare che poco più di due mesi fa, l’11 aprile, la tangenziale fu bloccata all’altezza dell’uscita 4. I lavoratori, in quel caso, fecero un sit-in contro le morti sul lavoro dopo il decesso di Francesco D’Alò, operaio travolto mentre stava lavorando in un cantiere. Erano in duecento, sempre di Cisl, Uil e Cgil. Ma ancora il decreto Sicurezza era solo una proposta. Ora invece si scontra con la realtà.