Le aziende bolognesi cercano 23mila addetti. Ma la metà non si trova

Ricerca Unioncamere: "Livelli pre-Covid non prima del 2023"

Migration

L’inflazione in crescita a causa degli effetti della guerra in Ucraina pesa anche sulle imprese di Bologna e provincia, alle prese con un costo dell’energia più alto del 30% rispetto a inizio anno. E con una previsione di tornare ai livelli economici pre-Covid non prima dell’anno prossimo. È quanto emerge da un’analisi della situazione economica della Città metropolitana di Bologna, basata su dati Unioncamere e Camera di Commercio, presentata nei giorni scorsi al Tavolo di ripresa economica di Palazzo Malvezzi.

Ad aprile l’inflazione è schizzata a oltre il 6% ed è "attesa in ulteriore crescita per il mese di maggio – si spiega – una dinamica spinta dall’aumento dei beni energetici, ma ben visibile anche nel forte incremento dei prezzi dei beni alimentari e dei trasporti". Alle imprese manifatturiere di Bologna, nei primi tre mesi dell’anno l’energia è costata il 31% in più rispetto all’anno precedente, le altre materie prime hanno segnato una variazione del 26%, i semilavorati del 21%. Gli effetti della guerra stanno anche ridimensionando le previsioni di crescita a livello metropolitano.

Prometeia stima per il 2022 un incremento del 2,3% con una contrazione di 1,3 punti rispetto alle previsioni di gennaio (+3,6%). A preoccupare di più è il dato del comparto industriale previsto in flessione dell’1,3%. "L’economia bolognese per tornare ai livelli pre-pandemia dovrà attendere il 2023", si afferma da Palazzo Malvezzi. Secondo l’indagine Bologna è una delle città che è cresciuta di più negli ultimi dieci anni, grazie al fatto di essere all’interno del nuovo triangolo dello sviluppo nazionale tra Rimini, Milano e Venezia, dove si trovano appunto i Comuni che in questi anni hanno ottenuto i migliori risultati di crescita economica e coesione sociale.

"La città metropolitana ha dati superiori alla media regionale e nazionale riguardo a tutti gli aspetti che riguardano la sfera economica – si spiega da Palazzo Malvezzi– in particolare la capacità di creare un ecosistema favorevole alla realizzazione delle imprese e dei lavoratori".

Resta, però, l’annoso problema della manodopera. I dati parlano di 23mila addetti che le imprese bolognesi vorrebbero assumere in vista dell’estate, ma – stando alla ricerca di Unioncamere e Camera di Commercio – nel 45 per cento dei casi non si trovano.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro