Le colonne sonore viventi dei nostri portici

Danilo

Masotti

Se passeggiate per via Indipendenza, vi può capitare di sentire delle note di sassofono provenire da sotto ai portici. Incuriositi, vi avvicinate e vedete un tizio con un cappello di paglia che suona il sax su delle basi musicali; accanto a lui giace un cane di razza ciov ciov ingrigito dal tempo che passa anche per lui. Signori, signore, vi trovate di fronte a Carlo Spongano, una vera e propria istituzione per bolognesi e non, una sorta di Beppe Maniglia minore, ma non meno importante. Carlo, come Beppe, fa parte di quel filone di baschers locali, tanto cari alla città, colonne sonore viventi delle passeggiate sotto ai portici di più generazioni, volani del turismo, quando ancora a Bologna c’era il turismo e i voli della Ryanair accompagnavano per tutta la notte i sogni degli abitanti del Lippo. Tutto questo ora non c’è più. Niente Beppe Maniglia. Niente Turismo. Niente Carlo Spongano. Il primo, spazzato via da troppo rumore di Apache, il secondo spazzato via da troppo Covid, il terzo spazzato via da due multe pesanti. Tipo autovelox di via Stalingrado. Il motivo? Il decreto anti-Covid vieta di suonaremendicare: "Le note del sassofono possono trasmettere il virus e mettere in pericolo i passanti. Il sax andrebbe suonato indossando la mascherina, meglio se FFP2. Per quanto riguarda il cane, sarebbe meglio indossasse la mascherina pure lui, va bene anche quella chirurgica". La notizia della multa ha fatto il giro della rete e ha commosso il web. Pare che la maggior parte dei bolognesi siano favorevoli all’annullamento di queste sanzioni e chiedono a gran voce che questi artisti souvenir possano tornare a suonare liberamente, ma a volume più basso e indossando la mascherina. Che col Covid non si scherza.

P.s. coi voli Ryanair invece sono incazzati perché quest’estate gli tocca andare in in riviera o sull’Appennino, ma questa è un’altra storia.

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