Fratelli d’Italia attacca il Comune "che fa cassa sugli autovelox"? E il Pd risponde con una provazione: "Perché invece di accanirsi sugli autovelox autorizzati dalla Prefettura", implacabili anche se si sforano di poco i 50 chilometri orari, "Fratelli d’Italia non chiede direttamente una modifica alle norme in modo da permettere che si possa andare ai 60 o ai 70 chilometri orari sui viali di Bologna?". A sfidare FdI è il consigliere comunale del Pd e presidente della commissione Mobilità, Claudio Mazzanti, dopo che proprio il partito di Giorgia Meloni ha portato a galla le 1.910 multe fatte dall’autovelox di viale Lenin dal 5 al 21 luglio. Una media di 41,5 contravvenzioni al giorno: molte di più di quelle elevate da altri autovelox in città. Ma quel che ‘tocca’ secondo il consigliere di FdI, Francesco Sassone, che ha ottenuto i dati ieri riportati dal ‘Resto del Carlino’, è che i numeri dicono che chi sgarra accelera troppo, ma non più di 10 chilometri orari più del consentito. Sassone ha parlato quindi di autovelox usati per far cassa.
Mazzanti non ci sta. "Fa ridere sentirli dire così" ma, rincara, peggio ancora "è miserevole una polemica per qualche voto sulla sicurezza delle persone e sugli incidenti. Se la pensano come dice Sassone, che chiedano al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove Sassone ha un incarico e dove c’è il viceministro Galeazzo Bignami, di autorizzare i 60, i 70 sui viali di Bologna. Sapete perché non lo faranno? Perché sanno che la gente un minuto dopo, col limite a 60, farebbe i 61, i 62, i 65, fino ai 70, mentre è dimostrato che la bassa velocità riduce incidenti e morti".
Ai meloniani Mazzanti ricorda soprattutto che non è il Comune a piazzare in punti strategici gli autovelox: "Si fa una richiesta al prefetto e solo se ci sono determinati requisiti, e dopo una lunga e minuziosa istruttoria, è il prefetto che li autorizza". Che sia il prefetto a dare l’ok agli autovelox significa, continua Mazzanti, "che sono state verificate e trovare le ragioni che ne giustificano l’uso, come un determinato numero di incidenti, ad esempio. Se si mette un autovelox è perché risponde al Codice della strada, perchè è in regola con le leggi. Non è il Comune che decide da solo", dice il dem.
Sassone replica duro: "Certo che il presidente della Commissione Mobilità, ex assessore alla Mobilità della giunta Merola licenziato in quel ruolo da Lepore, non perde occasione per mostrare la propria incompetenza tecnica e politica. L’ultima di queste è la dichiarazione con cui, non avendo altre argomentazioni, mi attacca dopo che ho reso pubbliche il numero delle contravvenzioni elevate dal velox in viale Lenin lì posizionato al posto di una rotonda su cui il consiglio comunale si era espresso positivamente nello scorso mandato. Per farlo dimostra tutta la sua approssimazione citando la carica che ho ricoperto nella segreteria del viceministro Bignami al ministero dei Trasporti. Carica dalla quale mi sono dimesso dal primo di luglio, come noto a tutti, tranne al presidente della Commissione Trasporti del Comune...".