Le obbligano a prostituirsi, in arresto fidanzato e fratello

Uno dei due è latitante: sono romeni di 31 e 37 anni. Indagato pure un bolognese,. per lui c’è l’obbligo di firma

Migration

Ha chiamato i carabinieri perché non ne poteva più delle botte del compagno. Quando i militari sono arrivati però la donna, una trentatreenne romena, è crollata e ha raccontato tutto: una storia di sfruttamento della prostituzione, suo e di una connazionale e coetanea, da parte non solo del compagno, un bolognese di 56 anni, ma anche da parte del fratello della donna nonché fidanzato della ’collega’, entrambi romeni di 37 e 31 anni.

Così, i carabinieri del Nucleo investigativo hanno smantellato il giro che vedeva i due romeni obbligare le trentatreenni a prostituirsi sia in città, in un appartamento preso in affitto, sia in Riviera Romagnola, nei weekend. A Bologna, uno dei due si appostava fuori dalla porta per controllarla e per avvertirla in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine; in Riviera invece i due uomini si fermavano nei paraggi e controllavano le due ragazze, provvedendo anche alle loro immediate necessità. I due campavano esclusivamente sulle spalle dell’attività illegale dell due ragazze. Così, per entrambi il giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere; ma mentre il trentasettenne ieri mattina è stato arrestato dai carabinieri, il trentunenne è latitante. Misura più soft invece per il cinquantaseienne bolognese, incensurato: data anche la sua posizione più ’defilata’ nel circuito, dato che si occupava per lo più di ’pubblicizzare’ su diversi siti internet di incontri sessuali l’attività della ragazza straniera chiedendole in cambio una fetta dei suoi guadagni, per lui è stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i due romeni vivevano esclusivamente dell’attività delle due donne, e si preoccupavano di esserne sempre aggiornati: persino durante un viaggio in Romania, telefonavano continuamente per essere aggiornati sui guadagni. Quando poi le ragazze manifestavano l’intenzione di cambiare vita o di tornare in Romania, immediatamente gli ’sfruttatori’ le minacciavano, dato che erano loro a gestire i soldi da mandare a casa delle due donne e sempre loro ad accordare i permessi per andare a visitare le famiglie e i figli piccoli rimasti in Romania in situazioni economiche difficili.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro