Le opposizioni: "La sicurezza non è uno spot"

Minoranze all’attacco dell’amministrazione. Fd’I, Lega, FI e ‘Bologna ci piace’ chiedono più telecamere: "Città fuori controllo"

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L’ennesimo episodio di violenza ai danni di una diciassettenne ai Giardini Margherita fa salire sulle barricate le opposizioni. Che puntano il dito, ’ senza se e senza ma’, sul sindaco Matteo Lepore, "incapace di rendere sicura la città". Tante le criticità riscontrate: dalla mancanza di un assessorato ad hoc a un inadeguato sistema di videosorveglianza, fino al vigile di comunità bollato come uno "spot".

Attacca duramente il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Sassone: "Non aver istituito un assessorato alla sicurezza, che affronti quotidianamente questi problemi, come più volte richiesto da Fd’I, porta anche a queste inevitabili conseguenze. Non è certo con campagne spot come quelle del vigile di comunità che si può dare una risposta adeguata ai bolognesi".

In più, serve "intensificare i controlli", dice Sassone. Che, tra l’altro, in merito alle ’falle’ delle telecamere ai Giardini Margherita, sottolinea il meloniano, "c’è la necessità di un più ampio e perfettamente funzionante sistema di video sorveglianza in città, tutte proposte fatte da Fd’I e inascoltate della giunta Lepore".

Picchia duro la Lega con il portavoce Giulio Venturi: "La situazione è fuori controllo. Bologna è una città insicura per le donne non solo di sera, anche di giorno. È sconfortante che le nostre strade, le nostre piazze, i nostri parchi siano diventati luoghi pericolosi al pari delle più malfamate zone delle metropoli più malfamate". Ma se il Carroccio plaude al lavoro del questore Isabella Fusiello, boccia Lepore e la giunta che "stanno mettendo in campo solo azioni di facciata, come il poliziotto di quartiere". Da qui, aggiunge Venturi, c’è bisogno "di un costante presidio del territorio attraverso la presenza di agenti e l’installazione di telecamere. Si prendano quindi in considerazione le nostre proposte, come quella di assegnare in maniera gratuita una percentuale di case Acer ad agenti di polizia e carabinieri, per avere un maggior controllo nelle zone ove si avverte maggior disagio".

Critiche anche da ‘Bologna ci piace’ con la capogruppo Samuela Quercioli che invoca "meno ideologia e più realismo": "La sicurezza in città è un problema che deve essere risolto con estrema rapidità e con azioni concrete e incisive. Occorre potenziare il personale delle forze dell’ordine e incentivare l’installazione di nuove telecamere sul territorio comunale. Ad oggi le soluzioni messe in campo dall’amministrazione risultano insufficienti e le proposte presentate negli ultimi giorni (come l’attivazione bus notturni) appaiono slogan da campagna elettorale".

Unico ad assolvere (in parte) Lepore è l’azzurro Nicola Stanzani che preferisce non entrare nella polemica politica ed esprimere vicinanza vicinanza alla vittima. "La nostra città è negli anni meno sicura e soprattutto sembra essersi diffusa da un po’ di tempo una sorta di sensazione di impunità. Lo abbiamo visto con le bande di ragazzini prima, ora lo vediamo con questa ben peggiore escalation di violenza sulle donne", dice il forzista. Ma se "sulla prevenzione di certi fatti non si possono addossare particolari responsabilità all’amministrazione", resta la richiesta "di mettere in atto per davvero quell’idea di sicurezza integrata che sembra per ora solo scritta sulla carta". Le richieste di Stanzani sono "una videosorveglianza diffusa, l’illuminazione delle aree critiche, ma anche un presidio del territorio e di un’attività di monitoraggio e conoscenza delle situazioni critiche (di intelligence) che una città come la nostra non può trascurare".

ros. carb.

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