Le orge di Villa Inferno

’Coca’ e minori per la Bologna bene Sette misure, c’è anche un legale

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di Federica Orlandi

Fiumi di cocaina, nei festini, a volte consumata direttamente sul corpo nudo della ragazzina di turno. Poi orge, prostitute, spaccio. Protagonisti, uomini – imprenditori, avvocati, politici – della ’Bologna bene’. La chiamavano Villa Inferno, quella casa in cui davvero sarebbero capitate cose dell’altro mondo. Tra cui sesso con minorenni, in cambio di droga o di poche centinaia di euro. A volte, giusto del necessario per "andarsi a fare le unghie".

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Un giro ora smantellato dall’indagine della Procura di Bologna, coordinata dal sostituto procuratore Stefano Dambruoso e portata avanti dai carabinieri, che è culminata con l’esecuzione di sette misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari Letizio Magliaro.

In carcere è finito Davide Bacci, quarantanovenne, proprietario della ’Villa Inferno’, a Pianoro, in cui avveniva la maggior parte dei presunti festini contestati; sono toccati invece gli arresti domiciliari a Luca Cavazza, 27 anni, con il divieto anche di comunicare con terzi, e a Fabrizio Cresi, 47 anni.Quest'ultimo è stato arrestato anche in flagranza, al momento della notifica della misura, per possesso di alcuni grammi di cocaina. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per F.F., 40 anni, U.M., 45, M.M., 36, e P.R., 42 anni. Per un’ottava persona, che pure risulta avere avuto un rapporto con due minorenni insieme dando loro in cambio di cocaina e 150 euro a testa è stata respinta la richiesta di misura. Le accuse, a vario titolo, sono di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e produzione di materiale di pornografia minorile.

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Un passo indietro. Febbraio scorso. Una madre, sconvolta, si presenta alla caserma dei carabinieri di viale Panzacchi: "Mi figlia è scomparsa". Il giorno dopo però è la stessa ragazzina, 17 anni, a presentarsi ai militari e raccontare la propria versione: con un’altra amica minorenne è stata nelle case "di conoscenti", dove "avrebbe assunto cospicue dosi di cocaina e si sarebbe prostituita per ricevere sostanza stupefacente o denaro, 300 euro a prestazione". Cominciano le indagini.

Tabulati telefonici, intercettazioni, chat. Dal cellulare della giovanissima emergono elementi che lasciano poco spazio all’immaginazione. È lei stessa a rivelare di essere stata assidua frequentatrice, da ottobre 2019 in poi, a festini "e altri incontri di natura sessuale" che si sarebbero svolti nella cosiddetta Villa Inferno, lussuosa dimora di Bacci. Ad accompagnarla lì, Luca Cavazza, tifoso della Virtus, che la ragazzina aveva conosciuto al Paladozza. E che non le aveva mai nascosto cosa avvenisse a quegli eventi: anzi, "mi convince", rivela la giovane, "proprio dicendomi che ci sarebbe stata una ’fattanza’". Cavazza, stando alle accuse, effettuava "attività di vero e proprio scouting" delle ragazze, non per forza minorenni, per le feste di Bacci.

Alla Villa, la ragazzina conosce gli altri. Con M.M. e F.F., racconta di avere rapporti in cambio di cocaina; poi con Bacci ("ero in casa sua e avevo assunto gratis parecchia droga, non riuscivo a negare"), mentre Cresi le propone di "prostituirsi all’estero" per somme maggiori. U.M. la ospita a casa sua per un periodo, per "cederle cocaina e consumare rapporti con lui e con terzi"; una sorta di "perversa relazione", secondo il pm, la ragazza instaura con P.R., accusato però solo di spaccio.

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