Le provincia del malessere tra eroina e chat

Saverio Fattori, scrittore di Molinella, torna a raccontare un microcosmo avanti e indietro nel tempo e la fatica delle relazioni

La vita in provincia ai nostri giorni, si tinge di flashback e storie d’eroina degli anni Ottanta, nel nuovo romanzo di Saverio Fattori ‘Finta Pelle’ (Marsilio), che doveva uscire il 2 aprile, ma che, come tanti libri in pubblicazione, è al momento congelato. E’ una sorta di Trainspotting della Bassa, dove tutto parte dal presente delle chat erotiche. Fattori, che vive a Molinella e lavora in fabbrica, tratteggia ambienti e atmosfere di un mondo malato, riportando in vita Bologna e la provincia di 30 anni fa.

Lei è nato in provincia e qui ha sempre trovato una grande ispirazione, perché?

"Lavorare sul microcosmo di un piccolo centro regala sempre qualcosa che spinge fuori e qualcosa che trattiene, il classico amore-odio, certe spigolosità e malesseri, nella scrittura sono buon materiale. Il punto è sentirsi ‘periferico’ in generale. Tutto arrivava un po’ in ritardo negli anni Ottanta, la moda, la musica, le cattive abitudini, le piccole e grandi trasgressioni".

I suoi personaggi si muovono in questo interregno tra Bologna e Ferrara: chi sono?

"Un uomo e una donna molto diversi che si danno appuntamento tramite una chat. Tra loro parleranno pochissimo, la loro storia la racconteranno solo al lettore, alternandosi. Ale67 racconterà cosa non ha funzionato nella sua vita, è un uomo solo, un sopravvissuto degli anni ’80, una giovinezza disperata buttato in un bar e dedito alle droghe. Eppure gli aneddoti hanno una loro comicità grottesca, c’è un’epica del fallimento che ne fa un antieroe da detestare o amare teneramente".

La storia parte dal presente e dalle chat erotiche, che tipo di suggestioni offre il mondo digitale alla scrittura?

"Ci sono diversi piani temporali nel libro, per il presente ho scelto una modalità tipica di questi strani anni, le chat, gli incontri al buio. Oggi la seduzione spesso è mediata dagli strumenti tecnologici. Ho raccontato donne stanche dei soliti rituali di corteggiamento che però mettono il sesso tra le priorità e si affidano alle app sullo smartphone".

La provincia che descrive, quanto è autobiografica?

"Ho usato tanto materiale vissuto, aneddoti veri o verosimili, poi altri sono completamente inventati. Il lettore troverà soprattutto la metà degli anni Ottanta, Levi’s 501, Ciao elaborati che facevano gli 80 chilometri all’ora, il rock delle divinità morte giovani, il funky delle discoteche più famose come il Chicago di Baricella, i fiumi di eroina che si mangiava l’esistenza, sembrava trasgressivo uscire dal gioco nasci-produci-consuma-crepa, ma tutto aveva un prezzo".

Perché lei entra nelle viscere delle dipendenze?

"Lavorare sulle ossessioni mi serve per non scrivere cose banali. Le dipendenze sono di famiglia con le ossessioni, dipendere da qualcosa consente di distrarti da te stesso, soprattutto se non ti piaci affatto. Certo, ho descritto l’eroina come la regina di tutte le dipendenze, ma possiamo essere dipendenti da un rapporto amoroso, da uno sport, da una attività lavorativa. Ale67 mentre attende le donne negli appuntamenti al buio, ritrova lo stesso brivido di quando aspettava il pusher decenni prima, questa eccitazione è il minimo comune multiplo di sempre".

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