di Marco Beghelli In attesa di riprendere la Stagione Lirica decentrata all’EuropAuditorium, con il debutto della Traviata il 16 dicembre (se non impedito dal ventilato sciopero), il Teatro Comunale concluderà regolarmente all’Auditorium Manzoni la Stagione Sinfonica 2022, con l’ultimo concerto del 23 dicembre, e annuncia nel contempo la Stagione Sinfonica 2023, sempre al Manzoni (main partner: Intesa Sanpaolo). Saranno ben 18 serate, distribuite tra febbraio e dicembre, nelle quali ai classici del sinfonismo e concertismo ottocentesco (Rachmaninov il più rappresentato, nel 150° anniversario della nascita, seguito da Mahler e Cajkovskij; del tutto assente il Settecento), si affiancano autori del Novecento storico di raro ascolto: il sinfonista tedesco Karl Amadeus Hartmann, fra i tanti zittiti dal regime nazista; l’armeno Aram Chacaturjan, di cui si presenta il concerto per violoncello; il ceco Erich Wolfgang Korngold, più noto come autore di colonne sonore holliwoodiane; l’americano Leonard Bernstein, passato alla storia come direttore d’orchestra. Da segnalare la presenza di compositori contemporanei, con due prime assolute del russo-tedesco Vladimir Genin e dell’ucraino Yuri Laniuk. A proporle sarà il direttore musicale del Comunale, Oksana Lyniv, in cartellone con 4 date (8 febbraio, 7 aprile, 27 ottobre, 7 dicembre) molto variegate nel programma, da Mendelssohn a Stankovyc, in cui spicca per due volte un’insolita suite dal Parsifal: l’una arrangiata da Claudio Abbado (con l’apporto del coro), l’altra da Andrew Gourlay (senza coro), in un concerto di estratti wagneriani come si faceva un tempo. Tornano anche altri direttori a breve distanza dall’ultima apparizione: Frédéric Chaslin (1 giugno), di casa al Comunale, che presenterà una propria composizione basata sulla Terza Sinfonia di Mahler, a fianco della Quarta; Daniel Oren, in una delle rare apparizioni non operistiche (30 marzo); il veterano Hartmut Haenchen (9 marzo), con la Settima Sinfonia di Bruckner; il carismatico James Conlon, cui spetta il programma più curioso (13 dicembre): il balletto Lo schiaccianoci di Cajkovskij senza azione coreografica.  Non ultimo, il giovanissimo Martijn Dendievel, su cui il Comunale sta puntando molto dopo l’exploit dello scorso anno, avendolo invitato per due concerti (26 maggio, 28 settembre) e un’opera (Le nozze di Figaro). Due le serate affidate alla Filarmonica del TCBO: il 17 aprile con il suo direttore musicale Roberto Abbado, che presenta l’integrale delle musiche di scena scritte da Beethoven per l’Egmont di Goethe (l’unico Beethoven di tutto il cartellone), e il 23 ottobre con James Feddeck che accompagna il violinista Daniel Lozakovich, appena ventunenne, capolista di una serie di altri giovani interpreti, dai pianisti Federico Colli (27 novembre) e Nikolay Khozyainov (28 aprile), ai direttori Ettore Pagano (6 maggio) e Dayner Tafur-Díaz (28 aprile).

Cronaca

di Marco Beghelli
In attesa di riprendere la Stagione Lirica decentrata all’EuropAuditorium, con il debutto della Traviata il 16 dicembre (se non impedito dal ventilato sciopero), il Teatro Comunale concluderà regolarmente all’Auditorium Manzoni la Stagione Sinfonica 2022, con l’ultimo concerto del 23 dicembre, e annuncia nel contempo la Stagione Sinfonica 2023, sempre al Manzoni (main partner: Intesa Sanpaolo). Saranno ben 18 serate, distribuite tra febbraio e dicembre, nelle quali ai classici del sinfonismo e concertismo ottocentesco (Rachmaninov il più rappresentato, nel 150° anniversario della nascita, seguito da Mahler e Cajkovskij; del tutto assente il Settecento), si affiancano autori del Novecento storico di raro ascolto: il sinfonista tedesco Karl Amadeus Hartmann, fra i tanti zittiti dal regime nazista; l’armeno Aram Chacaturjan, di cui si presenta il concerto per violoncello; il ceco Erich Wolfgang Korngold, più noto come autore di colonne sonore holliwoodiane; l’americano Leonard Bernstein, passato alla storia come direttore d’orchestra. Da segnalare la presenza di compositori contemporanei, con due prime assolute del russo-tedesco Vladimir Genin e dell’ucraino Yuri Laniuk.
A proporle sarà il direttore musicale del Comunale, Oksana Lyniv, in cartellone con 4 date (8 febbraio, 7 aprile, 27 ottobre, 7 dicembre) molto variegate nel programma, da Mendelssohn a Stankovyc, in cui spicca per due volte un’insolita suite dal Parsifal: l’una arrangiata da Claudio Abbado (con l’apporto del coro), l’altra da Andrew Gourlay (senza coro), in un concerto di estratti wagneriani come si faceva un tempo. Tornano anche altri direttori a breve distanza dall’ultima apparizione: Frédéric Chaslin (1 giugno), di casa al Comunale, che presenterà una propria composizione basata sulla Terza Sinfonia di Mahler, a fianco della Quarta; Daniel Oren, in una delle rare apparizioni non operistiche (30 marzo); il veterano Hartmut Haenchen (9 marzo), con la Settima Sinfonia di Bruckner; il carismatico James Conlon, cui spetta il programma più curioso (13 dicembre): il balletto Lo schiaccianoci di Cajkovskij senza azione coreografica. 
Non ultimo, il giovanissimo Martijn Dendievel, su cui il Comunale sta puntando molto dopo l’exploit dello scorso anno, avendolo invitato per due concerti (26 maggio, 28 settembre) e un’opera (Le nozze di Figaro). Due le serate affidate alla Filarmonica del TCBO: il 17 aprile con il suo direttore musicale Roberto Abbado, che presenta l’integrale delle musiche di scena scritte da Beethoven per l’Egmont di Goethe (l’unico Beethoven di tutto il cartellone), e il 23 ottobre con James Feddeck che accompagna il violinista Daniel Lozakovich, appena ventunenne, capolista di una serie di altri giovani interpreti, dai pianisti Federico Colli (27 novembre) e Nikolay Khozyainov (28 aprile), ai direttori Ettore Pagano (6 maggio) e Dayner Tafur-Díaz (28 aprile).

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