Bologna, le spine della Zona 30. Comune a Lega: "Costruiamola insieme". Fd’I: "Assurdo"

Il Carroccio lancia una raccolta firme, ma c’è l’invito dell’assessora Orioli "Un percorso per migliorare la misura". Cavedagna: "Mai quei limiti sui viali"

Bologna, 8 novembre 2022 - Una raccolta firme per far sentire la voce dei cittadini in merito alla ‘Zona 30’. Questa è l’idea della Lega, che ieri mattina ha fatto sapere di voler raccogliere i pareri degli abitanti di Bologna, non per dare un no secco all’istituzione della zona 30 in punti specifici della città, ma per andare contro all’idea di imporre in tutta Bologna il limite di velocità.

Il sindaco Matteo Lepore
Il sindaco Matteo Lepore

"Vogliamo che la giunta ascolti il parere dei cittadini e si dialoghi e che non vengano imposte, come si è fatto anche in questo caso, delle misure ideologiche facendole calare dall’alto e annunciandole a mezzo stampa senza averle prima condivise in Consiglio comunale", spiega la consigliera Alessandra Scarano. A sera, il Comune ha teso la mano al dialogo. "‘Bologna 30’ è un percorso aperto, non ci sono diktat, vogliamo aprire un confronto ampio con tutta la città. La delibera presentata negli scorsi giorni è un atto che apre un percorso, c’è ampio spazio per discutere nel merito il dove e il come – ha detto l’assessora Valentina Orioli –, lo faremo in diverse sedi, a partire dal Consiglio comunale, in commissione, nei Quartieri, con i cittadini e tutti i portatori di interesse. Si comincerà con i laboratori di quartiere – ha continuato – e ascolteremo tutte le categorie economiche e i rappresentanti di chi opera nel settore della mobilità. Alla Lega dico: se davvero volete incidere su questa misura c’è spazio per farlo, migliorandola insieme".

Decisamente contraria alla misura, invece, è Fratelli d’Italia. "Non vi azzardate a mettere il limite a 30 chilometri orari sui viali e anche sulle principali direttrici cittadine – ha attaccato il consigliere comunale Stefano Cavedagna –. Su questo faremo le barricate, perché non riteniamo tollerabile e giusto mettere la zona 30 laddove è impossibile poter procedere così piano, anche per i mezzi pubblici".

Tornando alla raccolta firme del Carroccio, partirà già da questo weekend e si chiamerà "Bologna città 30? Discutiamone strada per strada". "Crediamo che la soluzione migliore sia quella di prevedere le aree a limite di velocità in alcune zone limitrofe ad asili, scuole e ospedali, decidendo in quali strade istituirle dopo un’analisi puntuale e un confronto con i cittadini di tutti i quartieri", spiega il portavoce della Lega Giulio Venturi, che rinfaccia a Matteo Lepore di voler essere il primo della classe, "imponendo misure senza tenere conto delle loro ricadute sulla città, senza contare che Bologna, per la sua conformazione, non può essere paragonata, come invece è stato fatto, a città come Berlino o Parigi. Inoltre, a oggi l’unica città italiana ad avere il limite ai 30 è Olbia, che ha 60mila abitanti e una struttura ben diversa rispetto a Bologna".

Insomma, "chiediamo all’amministrazione di cambiare approccio", spiegano i leghisti. Oltre a questo, la Lega insiste sul fatto che, prima di procedere con il progetto, vengano attuate una serie di proposte rimaste sulla carta, come l’iniziativa "città quindici minuti", dove tutti i servizi principali possono essere raggiunti entro quindici minuti a piedi. "Con questa iniziativa – conclude Matteo Di Benedetto – non vogliamo far nascere conflitti tra i diversi utenti della strada, ma favorire una loro convivenza positiva attraverso proposte concrete. Vogliamo uscire dall’assurda dicotomia ‘la bicicletta è di sinistra e la macchina è di destra’. La nostra è una battaglia di civiltà che dovrebbe appartenere a qualsiasi colore politico".

 

 

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