MANUELA VALENTINI
Cronaca

Le ’Vittorie imperfette’ di Ottieri. La pittura fa esplodere la realtà

"Noi artisti cerchiamo di creare qualcosa che possa contrastare i venti di pessimismo che ci si rovesciano addosso di questi...

"Noi artisti cerchiamo di creare qualcosa che possa contrastare i venti di pessimismo che ci si rovesciano addosso di questi...

"Noi artisti cerchiamo di creare qualcosa che possa contrastare i venti di pessimismo che ci si rovesciano addosso di questi...

Noi artisti cerchiamo di creare qualcosa che possa contrastare i venti di pessimismo che ci si rovesciano addosso di questi tempi. Ci proviamo con la grazia, ci proviamo con l’eleganza e ci proviamo anche con la forza, l’intensità delle suggestioni che evochiamo, la densità del colore violento ed aggressivo". Si potrebbe aggiungere che Tommaso Ottieri ci prova con una tecnica pittorica talmente verosimile da sembrare quasi una fotografia. ‘Di vittorie imperfette’ è il titolo della mostra dedicata all’artista napoletano classe ‘71, aperta alla Galleria Forni (via Farini 26/f). In esposizione una ventina di opere di recente produzione che trattano sia soggetti già esplorati in passato, sia soggetti nuovi da scoprire in questa occasione.

Con questa mostra, l’artista intende riflettere sulla natura del successo e della conquista, sia in ambito professionale che esistenziale. Infatti, Ottieri concepisce la vittoria come un traguardo a cui si giunge solo dopo aver intrapreso un percorso segnato da errori, sacrifici ed imperfezioni: "Di quello che si vince, e quello che intanto si è dovuto perdere", come lui stesso afferma poeticamente. La personale comprende un numero cospicuo di dipinti di grande formato, ovvero quelli che hanno sempre consentito all’artista di proiettare lo spettatore verso il fulcro del dipinto, quasi come fosse travolto da un vortice di energia. É questa la sensazione che molto probabilmente si proverà di fronte al ‘Teatro Bayreuth’, largo quasi tre metri: una cassa di risonanza che propaga luci e suoni oltre il palco, al di là della platea e attraverso i muri. Tra gli altri dipinti esposti, spiccano anche ‘Castel Sant’Angelo’, dove la luce sembra divorare l’architettura in un fuoco mistico, e ‘Bosco blu’, il quale, invece, testimonia la maestria di Ottieri nell’uso del monocromo come mezzo per trasformare il paesaggio in una sorta di allucinazione cromatica.

Infine, Venezia è raffigurata mediante la maestosità della ‘Chiesa della Salute’, mentre opere inedite come ‘San Giulio’ sono caratterizzate da bagliori improvvisi che emergono da foschie inattese.

Manuela Valentini