L’educazione insegnata dagli 80enni

La risposta al quesito della lettera di Franco Fortunati, scritta con grande garbo, è una sola: la maleducazione è sempre più diffusa. Nell’era dei clic, delle chat, del web dove i rapporti sono sempre più veloci e superficiali, le basi dell’educazione che regolano i rapporti tra persona e persona sembrano essersi sciolte. Il rispetto è ancora una merce presente sul mercato, ma più rara di una volta. Franco Fortunati e la moglie, due Signori con la Esse maiuscola, vanno rispettati non perché hanno ottant’anni, ma perché sono persone perbene. Quante volte si esce da un negozio o da un bar dopo aver pronunciato buongiorno e grazie, senza ottenere risposta. Viceversa, altre volte chi sta dietro il banco accoglie il cliente con il buongiorno avendo come risposta il silenzio o un grugnito. L’educazione conosce oggi una crisi che forse non ha precedenti. Venuti meno certi automatismi del passato che la rendevano un processo meccanico, l’educazione sembra essere sprofondata nel buio delle coscienze. Difficile dire qual è la ricetta per recuperare terreno. Forse bisogna reintrodurre l’abitudine al rispetto altrui a scuola anche senza farne una materia di insegnamento. Idem nelle famiglie, perché spesso l’indebolimento dei legami sociali e una libertà di fare ciò che ci piace conduce a qualche deriva. Il signor Fortunato e la moglie andrebbero premiati con una laurea ad honorem in educazione.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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