Leonardo Riberti, morto al Maggiore di Bologna: indagata una psichiatra

La Procura: 'Non avvisò adeguatamente i colleghi dell’ospedale sullo stato del giovane”

Leonardo Riberti

Leonardo Riberti

Bologna, 5 maggio 2023 – C’è ora un nome scritto sul registro degli indagati per la morte di Leonardo Riberti, il ferrarese di 21 anni precipitato il 21 giugno 2022 mentre era ricoverato all'ospedale Maggiore di Bologna. 

La Procura di Bologna ha chiuso le indagini, accusando di omicidio colposo la responsabile del servizio diagnosi e cura della Psichiatria universitaria di Ferrara che lo aveva in cura in precedenza. La contestazione del pm Luca Venturi, in sostanza, è di averne provocato la morte per negligenza e imprudenza “per non aver informato adeguatamente i sanitari dell'ospedale bolognese dello stato in cui si trovava il giovane paziente e del rischio che compisse condotte pericolose per se stesso. A chiedere di fare chiarezza sulla morte di Riberti era stata la famiglia, assistita dall'avvocato Fabio Anselmo, con una denuncia che ipotizzava oltre all'omicidio colposo anche l'abbandono di incapace. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, la psichiatra che organizzò il trasferimento il 20 giugno da Ferrara a Bologna, dove Leonardo doveva essere sottoposto a un intervento per un oggetto che aveva ingerito, fece una nota in cui “non rappresentava la presenza di uno stato psicotico acuto” di Riberti, limitandosi a dire che era attualmente ricoverato per scompenso psicotico in disturbo di personalità e abuso di sostanze.

Inoltre avrebbe compiuto e fatto compiere da altri sanitari della struttura sanitaria ferrarese "alcune disarticolate telefonate” a diversi reparti del Maggiore (Otorino, Pronto soccorso, Psichiatria) senza mai rappresentare la necessità di una presa in carico congiunta e ben organizzata e senza riferire il pericolo concreto che ponesse in essere condotte pericolose per la propria incolumità, “anche con modalità straordinarie”.

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Il giorno stesso del ricovero, tra l'altro, si era arrampicato su un cancello della struttura di Ferrara, “circostanza taciuta ai sanitari del Maggiore”. Avrebbe quindi “impedito ai sanitari bolognesi di avere piena contezza” del pericolo. La conseguenza fu che dopo l'intervento, di notte e dopo un primo tentativo di allontanamento, il 21enne, “pur sorvegliato da una infermiera rivelatasi fisicamente incapace di arginare la condotta successivamente posta in essere” alle 5.30, “con modalità repentine”, riuscì a passare attraverso l'apertura, seppur limitata nella sua ampiezza, di una finestra all'interno di una sala soggiorno dello stesso reparto di Otorino e saltare sul lastrico solare di una porzione di ospedale, ad un livello più basso di circa 4,70 metri. Quindi dal lastrico si lanciò nel vuoto dall'altezza di circa 15 metri, e morì sul colpo.

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