Leone, Delon, Kurosawa. I miti al Modernissimo

Dall’11 settembre riparte la programmazione, con la banda e tanti omaggi

Leone, Delon, Kurosawa. I miti al Modernissimo

Dall’11 settembre riparte la programmazione, con la banda e tanti omaggi

La voglia di cinema non è mai passata, ma la fine dell’estate invita anche alle visioni al chiuso. Così mercoledì prossimo, 11 settembre, riapre il Modernissimo (alle 18 concerto della banda comunale Donizetti) , con una programmazione all’insegna delle grandi celebrazioni. Si comincia nel segno di Alice Rohrwacher, con tutti i suoi film dal 13 al 16 settembre – compreso il recentissimo ’Allégorie citadine’, realizzata a quattro mani con JR – e con la sua esposizione Bar Luna alla Galleria Modernissimo. Ma soprattutto proprio il mercoledì d’apertura si festeggiano i 60 anni di ’Per un pugno di dollari’ (nella foto), capolavoro di Sergio Leone che sarà programmato in coppia con ’La sfida del samurai’, il film di Akira Kurosawa al quale Leone si ispirò. Non poteva poi mancare l’omaggio ad Alain Delon, in particolare al Delon noir, con i film di Jean-Pierre Melville e Duccio Tessari.

"Il 12 settembre – ricorda Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca – ricorrono i 60 anni dalla prima proiezione, al Supercinema di Firenze, di quello che doveva essere solo un film di serie C, firmato da uno sconosciuto Bob Robertson e che, invece, è diventato un monumento della storia del cinema. Per un pugno di dollari si conquistò un pubblico vastissimo, impose un genere, il western spaghetti, che avrebbe fatto diventare l’industria cinematografica italiana la seconda al mondo. Sergio Leone aveva 34 anni, una carriera da aiuto regista, un esordio con Il colosso di Rodi, che lo aveva portato in un vicolo cieco. Fu la visione in un cinema romano di La sfida del samurai, che gli fece balenare la possibilità di trasformarlo in un western. Leone studiò il film di Kurosawa inquadratura per inquadratura e ne trasse una copia fedelissima. Per un pugno di dollari deve tutto al suo originale ma, nello stesso tempo, ne è completamente diverso: è l’archetipo della nuova stagione del western".

Per quanto riguarda l’omaggio ad Alain Delon (dal 13 al 25) "abbiamo pensato di farci aiutare dai film di Jean-Pierre Melville – prosegue Farinelli – autore che sul finale degli anni Sessanta intuì un nuovo percorso artistico nella carriera di Delon, già star del cinema d’autore italiano e del cinema popolare francese, capendo che la sua bellezza, così perfetta, lo rendevano un ideale protagonista del polar postmoderno che stava realizzando. Frank Costello faccia d’angelo, I senza nome, Notte sulla città cambiarono per sempre la carriera di Delon e il film di Duccio Tessari Tony Arzenta, che abbiamo aggiunto all’omaggio, è un bel contributo al nuovo Delon".