Lepore: "A Villa Aldini una scuola nel bosco"

L’assessore rilancia un’idea della Fondazione Villa Ghigi per la casa del custode. "Attività teatrali e culturali nella parte storica"

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di Luca Orsi

C’è un futuro per Villa Aldini. "Confermo la volontà dell’amministrazione comunale – afferma Matteo Lepore, assessore al patrimonio – di intervenire con un progetto importante per ristrutturare, restaurare e salvare un bene storico e artistico così importante". La villa neoclassica, vuota dalla fine dell’anno scorso – quando il Comune smobilitò il centro di accoglienza di giovani rifugiati e richiedenti asilo – è stata in questi mesi oggetto di continue occupazioni abusive.

Nell’immediato, si provvederà in aprile con il montaggio di inferriate e l’installazione di un sistema di allarme antintrusione. Ma "da maggio a settembre – spiega Lepore – sarà attivo un servizio di custodia". Che sarà attuato da chi si aggiudicherà, partecipando al bando per ‘Bologna Estate’, la rassegna culturale che si terrà, come già lo scorso anno, nel parco di Villa Aldini.

Lepore, però, ha "un sogno", che riprende un’idea avanzata anni fa – poi tramontata – dalla Fondazione Villa Ghigi. "Sarebbe bello se a Villa Aldini creassimo una scuola nel bosco". La scuola sarebbe ospitata nella casa del custode, già casa di riposo, "dove oggi sono ospitati migranti che presto saranno spostati". Si tratterebbe, spiega Lepore, "di riportare l’infanzia nei parchi, attuando l’idea della scuola all’aperto", consolidata con successo alle scuole Longhena. Un progetto educativo "che potrebbe anche usufruire di fondi europei".

La parte storica – l’edificio neoclassico fatto edificare dal conte Antonio Aldini fra il 1811 e il 1816 – "nata come luogo di cerimonie, è molto scenografica ma poco funzionale". Restaurata e recuperata, "può diventare un luogo importante per la cultura cittadina". Al momento si tratta, precisa Lepore, "soltanto di idee". In merito all’ipotesi della scuola, "vorrei coinvolgere per esempio soggetti e realtà con competenze pedagogiche".

Il primo passo, "immediato, già in questi giorni", sarà l’incontro con alcune realtà, a cominciare dal Fai e dalla Fondazione Villa Ghigi, "che hanno lanciato un appello e chiesto un confronto sul futuro di Villa Aldini". Lepore, intanto, ha già sentito Milena Naldi, la storica dell’arte che ieri, sul Carlino, aveva definito le condizioni di Villa Aldini "uno scempio inaccettabile per la nostra città".

L’obiettivo dell’assessore è "creare un comitato di associazioni e persone con esperienza e competenze in campo culturale, con cui mettere in campo un dibattito sulla destinazione di Villa Aldini". La chiamata vale anche, precisa l’assessore, "per soggetti che volessero investire risorse" sulla riqualificazione della villa e del parco.

Per restaurare tutto il complesso, il Comune ha stimato una spesa di circa 7 milioni di euro. La parte che necessita degli interventi più consistenti, spiega Lepore, è "la casa di riposo attigua alla villa storica, che ha una superficie di 2.700 metri quadrati". Lì sarà necessario realizzare impianto fognario, servizi e sostituire gli infissi. La villa storica, su circa 1.700 metri quadrati, "è invece più solida dal punto di vista strutturale". E, una volta restaurata, "sarebbe la quinta naturale per il teatro". Ora si tratta di mettere a punto dei progetti "sulla base dei quali pensare a un budget da inserire nel piano investimenti".

Villa Aldini, ricorda Lepore, è "solo una delle ville storiche della nostra collina". Basti pensare a Villa Ghigi, altro edificio da ristrutturare immerso nel verde. Villa Aldini, afferma l’assessore, "potrebbe diventare uno dei luoghi simbolo di un grande parco collinare pensato per il cammino e il turismo lento". Lepore sta lavorando su questa idea con l’assessore all’ambiente Valentina Orioli, lancia quindi l’appello "ai privati perché consentano di riaprire gli antichi sentieri, permettendo un pubblico passaggio sulle loro proprietà. È importante per rendere accessibile la collina anche a chi la vuole vivere a piedi".

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