Lepore: "Sarà un’estate di caseggiato"

"Le manifestazioni dovranno innanzitutto occuparsi della sicurezza di chi lavora, di chi si esibisce e di chi assiste agli spettacoli"

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Scordiamoci i grandi eventi, non rincorriamo i numeri, dimentichiamoci i due milioni di visitatori dell’anno passato. Il 2020 sarà per Bologna l’estate delle piccole iniziative, delle manifestazioni diffuse, delle attività di quartiere, di rione, di caseggiato. Con una priorità su tutte: la sicurezza. E quindi niente cinema in piazza ("a meno che non sia praticabile da subito un vaccino", sorride amaro l’assessore alla cultura Lepore) ma, forse, un drive in al Parco Nord, che resta ipotesi tutta da verificare sulla quale sono in corso al momento solo alcune simulazioni. "Il drive in – dice Lepore – è una soluzione ma non è la soluzione". E, pensando alle critiche degli ambientalisti sull’uso dell’auto in tempo di coronavirus, precisa: "Non credo che fare una simulazione significhi minacciare l’umanità di estinzione".

E’ un momento drammatico per lo spettacolo dal vivo tanto che una lunga serie di imprese culturali ha chiesto ieri al Comune di attivare un tavolo permanente. E parlare di progetti futuri apre, dunque, molti interrogativi.

Assessore, come state preparando la prossima Bologna Estate?

"Ragionando su due parole: sicurezza e lavoro. Prima di pensare a un programma di iniziative estive servono protocolli di sicurezza per i luoghi all’aperto e al chiuso sul distanziamento sociale e le attività individuali. La filiera della cultura siederà al tavolo della sicurezza con la Regione per elaborare un protocollo condiviso da inviare al governo. Questa è una precondizione necessaria per tutelare chi organizza, chi si esibisce e chi assiste allo spettacolo".

E il lavoro?

"In Italia il nostro settore muove 265 milioni di Pil e copre il 6% dell’occupazione. E poiché al momento si dice ufficiosamente che teatri e cinema potrebbero riaprire solo a gennaio, bisogna mettere in atto una serie di tutele che passano attraverso gli ammortizzatori sociali. Chi non è compreso potrà accedere al reddito di emergenza. Non si può stare fermi. Gli artisti in questo momento rappresentano l’anello più debole e in città sono 30mila le persone che lavorano nel comparto culturale". Esiste un programma di massima di Bologna Estate?

"Quando parlo di iniziative diffuse in grado di creare comunità dipingo soltanto uno scenario. Non c’è un programma ma solo ipotesi di lavoro. Entro i primi di maggio definiremo un nuovo equilibrio di bilancio, alla luce dei 6 milioni e mezzo di euro in meno che incasseremo dall’imposta di soggiorno. Una volta stabilito il budget, stringeremo un nuovo patto con i soggetti interessati. E partiremo quando il governo ci dirà che lo possiamo fare. Con ogni probabilità annulleremo invece il bando di piazza Verdi che non ha senso senza un’autentica possibilità di aggregazione".

Sarà quindi un budget decimato quello a disposizione dell’estate?

"Con il sindaco Merola e alcuni tecnici stiamo cercando di capire se e come recuperare i soldi mancanti. Sono fiducioso ma non certo che ce la faremo. Fortunatamente avevamo un bilancio in salute dopo il dimezzamento del debito. Abbiamo gambe solide per ripartire. Ovviamente musei e biblioteche comunali avranno priorità nella ricerca dei finanziamenti".

Manterrete il contributo di 70mila euro alla città metroplitana per la valorizzazione dei paesaggi culturali?

"Sì e, se potremo, destineremo a questa voce anche qualcosa di più. Nell’immediato futuro sarà importante valorizzare camminate, sentieri e attività all’aperto in campagna. Sarebbe bello prevedere anche la presenza di artisti in luoghi naturali di vaste dimensioni".

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