CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Lepore: "Verdetto che fa storia". La Russa: "Matrice fascista"

Il sindaco: "Verità scolpita nel marmo". Schlein: "Sentenza fondamentale, no al revisionismo". Il presidente del Senato: "Nessuna novità". L’amarezza di Bordoni per Segatel: "In cella a 77 anni".

Il sindaco Matteo Lepore: «Politica e istituzioni prendano atto delle sentenze»

Il sindaco Matteo Lepore: «Politica e istituzioni prendano atto delle sentenze»

"Un fatto oggettivo: negare le attenuanti generiche a un uomo di quell’età e incensurato, che ha avuto una carriera specchiata nell’Arma, rappresentandolo come un personaggio torbido, è la rappresentazione del concetto del diritto penale del nemico. Se gli fossero state concesse, lui, fino a oggi uomo libero, non sarebbe finito in carcere a 77 anni". C’è una grande amarezza nelle parole dell’avvocato Gabriele Bordoni, che in questo ultimo atto della vicenda giudiziaria sulla strage del 2 agosto assisteva Piergiorgio Segatel, condannato ieri in Cassazione a sei anni per depistaggio. Davanti ai giudici della Suprema Corte, "avevo ricordato che questo processo ha una sua unicità in tutta la storia d’Italia – spiega Bordoni – perché vede colui che ha propugnato la norma incriminatrice (il depistaggio è stato introdotto su proposta di Paolo Bolognesi, presidente associazione familiari vittime; ndr) essere costituito parte civile contro l’imputato chiamato a rispondere della violazione di quella norma".

"La sentenza rappresenta un punto di arrivo fondamentale – commenta invece l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per l’Associazione dei parenti delle vittime –. Oggi possiamo dire in maniera definitiva che sappiamo chi finanziò l’attentato, che quell’attentato si colloca nella strategia della tensione, sappiamo chi organizzò l’attentato, chi erano i mandanti e sappiamo retroscena importantissimi sui depistaggi".

"Una sentenza storica per Bologna e per l’Italia, rifiuteremo ogni revisionismo", sottolinea Elly Schlein, segretaria Pd, mentre il sindaco Matteo Lepore commenta che "ormai la storia è chiara ed è scolpita nel marmo della giustizia. La P2, apparati dello Stato, servizi segreti e ambienti politici della destra di allora sono le menti perverse e criminali dietro alla strage, eseguita da terroristi neri. Adesso tocca alla politica e alle istituzioni prendere atto di queste sentenze e inginocchiarsi di fronte ai familiari delle vittime".

"È il termine di una cosa che era stata già sancita nei precedenti gradi di giudizio – dice invece il presidente del Senato, Ignazio La Russa (FdI) – Non mi pare ci sia una novità. In epoca recente ho dichiarato che le sentenze hanno già attribuito alla strage di Bologna la matrice fascista. Una conferma non credo sia una novità". "È un giorno importante per la città, che aggiunge un ulteriore tassello alla certezza della verità", chiude il segretario provinciale del Pd Enrico Di Stasi. "Un pensiero commosso alle 85 vittime – così il senatore PD Walter Verini –. E a Sergio Secci, caro amico e compagno di quegli anni. Ai suoi genitori che non ci sono più: la mamma Lidia e il babbo Torquato, indomito primo presidente dell’associazione".

Chiara Gabrielli