Liberazione di Bologna 21 aprile, Lepore ricorda l'entrata in città degli Alleati

Il sindaco di Bologna: "Gli Alleati, insieme all’esercito italiano e ai partigiani, decisero di omaggiare l’esercito polacco facendoli entrare per primi da San Lazzaro e la zona delle due Madonne". Cocchi (Anpi): "Chiedo un appello per la pace"

Liberazione di Bologna, la commemorazione (foto Schicchi)

Liberazione di Bologna, la commemorazione (foto Schicchi)

Bologna, 21 aprile 2022 - Le bandiere delle Brigate partigiane calano dalle finestre di Palazzo d’Accursio. E in Piazza Nettuno, stamattina, storia e libertà si fondono all’unisono per diventare un ponte tra chi, 77 anni fa (il 21 aprile 1945), ha consentito la Liberazione di Bologna e chi, oggi, ne celebra la data. Dopo la deposizione di una corona in ricordo del Gruppo di combattimento dell'Esercito italiano, è stato il sindaco Matteo Lepore a ripercorrere il giorno in cui "gli Alleati, insieme all’esercito italiano e ai partigiani, decisero di omaggiare l’esercito polacco facendoli entrare per primi da San Lazzaro e la zona delle due Madonne, guidati dal generale Anders. Colui che ebbe modo, in quei giorni, di dimostrare un grandissimo valore - sottolinea -. Furono tanti, purtroppo, i polacchi che persero la vita e tanti i feriti. A loro dobbiamo dire grazie, perché morirono per la libertà del nostro Paese". Così come i partigiani, "ricordati in questo sacrario, un memoriale che a Bologna nasce dalla partecipazione spontanea dei bolognesi e dai loro familiari che persero i loro cari a seguito delle barbarie nazifasciste che portarono al buio dell’umanità la nostra città come il resto del Paese".

Attacchi all'Anpi, Cocchi: "La lettera di Lepore una carezza"

Presente alla cerimonia anche la Console Generale della Repubblica di Polonia Anna Golec-Mastroianni, la presidente dell’Anpi provinciale Anna Cocchi e Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna. "Vogliamo ricordare tutte le persone che ci hanno consentito la possibilità di essere qui, oggi, liberi - sottolinea Cocchi -. Oggi, infatti, la parola libertà assume un significato ancora più alto, proprio perché stiamo vedendo come in un Paese a noi vicino ciò venga negato con le armi. È questo l’aspetto peggiore di un momento così tragico: faccio appello a tutte le coscienze, a tutti coloro che pensano che non è con la guerra che si risolvono i problemi fra le nazioni. Chiedo che ci sia un appello per la pace, per cessare il fuoco: sono momenti difficili, ma portiamo all’attenzione e ricordiamo come i nostri partigiani hanno conquistato la libertà".

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