Liberazione, l’omaggio al Sacrario dei partigiani

In piazza Maggiore la vicesindaca Clancy al posto di Lepore, bloccato dal Covid. Messaggio del primo cittadino: "Riaffermiamo il valore della democrazia"

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di Giorgia De Cupertinis

Sulla parete di Palazzo d’Accursio, il sacrario dei partigiani bolognesi rievoca i volti di coloro che morirono per la libertà: un memoriale sì in bianco e nero, ma il cui coraggio risplende ancora oggi attraverso la stessa luce di allora.

Così come confermano le centinaia di cittadini presenti ieri mattina in piazza Nettuno per celebrare il 77mo Anniversario della Liberazione: davanti al medesimo monumento commemorativo, infatti, i cittadini hanno così riavvolto il nastro della Storia, per celebrare il ricordo di coloro che consentirono al Paese di afferrare l’agognata libertà "di cui, ancora oggi, godiamo in ogni nostra azione quotidiana".

Dopo l’alzabandiera in piazza e la deposizione di una corona d’alloro, è stata la vicesindaca Emily Clancy a dare il via alla cerimonia: "Se non piantiamo forti le radici della memoria, quel male può tornare travolgente – sottolinea –. Ciò che sta accadendo alle porte dell’Europa ci tocca nel profondo, perché fu proprio la conquista della libertà e della pace il preludio per la nascita della nostra Repubblica: all’Ucraina va oggi il nostro abbraccio".

Solidarietà dimostrata anche dalla lettera che il sindaco Matteo Lepore – impossibilitato ad assistere alla manifestazione perché risultato positivo al Covid – ha voluto inviare alla platea presente: "Bologna c’è ed è scesa in piazza più volte accanto alle sorelle e ai fratelli ucraini, quando la Russia invadeva il loro Paese riaprendo ancora una volta quel pozzo senza fondo chiamato guerra: in questo 25 Aprile abbiamo l’occasione per riaffermare insieme valori come la coesistenza pacifica, la democrazia e la giustizia sociale".

Nella lettera il sindaco ha ricordato anche la strage alla stazione del 2 Agosto 1980, dalla tragedia fino alla recente sentenza. Non sono mancate, poi, anche parole di sostegno nei confronti dell’Anpi: "Le critiche sono il sale della democrazia –scrive Lepore –, ma non gli insulti o i tentativi maldestri di chi da anni approfitta di ogni varco per infilarsi e chiedere la chiusura dell’associazione: siamo al vostro fianco".

Una vicinanza per cui Anna Cocchi, presidente dell’Anpi di Bologna, ha espresso nuovamente i suoi ringraziamenti: "L’Anpi è la casa degli antifascisti – afferma – e battersi contro il fascismo significa battersi per la giustizia e la libertà".

"Oggi – ha concluso la Clancy – Liberazione è questo: lottare contro tutte le forme di prevaricazione, che siano razzismo, omotransfobia, violenza di genere, abilismo, sfruttamento, oppressione, guerra. Costruiamo insieme un futuro di Pace. Siamone ambasciatori e ambasciatrici, in ogni luogo, in ogni azione, in ogni pensiero".

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