Bologna, i libri di Umberto Eco nella Biblioteca Universitaria

L’Alma Mater scalpita: "Abbiamo ristrutturato le sale un tempo abitate dal custode"

Umberto Eco (Foto Ansa)

Umberto Eco (Foto Ansa)

Bologna, 30 giugno 2018 - Da casa del custode a biblioteca di uno dei più importanti intellettuali del Novecento italiano. Chissà quale battuta sarebbe scappata a Umberto Eco, incapace di rinunciare alla sua tagliente ironia, per commentare un accostamento che in fondo non gli sarebbe dispiaciuto per nulla. Il suo lascito (35mila volumi, eredità di una vita dedicata alla conoscenza e alla divulgazione) potrebbe finire, infatti, nell’ex deposito della Biblioteca Universitaria dell’Alma Mater, nei locali che affacciano sull’appena inaugurato spazio dedicato a Beniamino Andreatta. Un altro bravo, come Eco, a guardare più avanti. «Abbiamo ristrutturato le sale un tempo abitate dal custode, calcolato le metrature e installato gli scaffali», spiega Marco Antonio Bazzocchi, delegato alle Iniziative culturali dell’Università.

Un cambio di passo che rivela come il progetto per ospitare la biblioteca di Eco non solo esiste, ma ormai è anche in fase avanzata: «Ci stiamo lavorando da due anni, per quanto ci riguarda Bologna è la sede naturale di quel tesoro», sottolinea Bazzocchi.

Ieri mattina, leggendo le parole del sottosegretario (bolognese) ai Beni Culturali Lucia Borgonzoni, è probabile che al rettore Francesco Ubertini sia sfuggito più di un sorriso. «Farò di tutto per portare la biblioteca completa di Eco a Bologna», la promessa della Borgonzoni, cuore leghista, ma inedita alleata politica nella ‘battaglia’ che in questi mesi ha contrapposto Bologna con Milano, dove la Biblioteca Nazionale Braidense avrebbe voluto ospitare la collezione di libri antichi.

Ma il Ministero ha detto no: il lascito di Eco è indivisibile. E questo spiana la strada a Bologna: «Le parole della Borgonzoni ci fanno piacere, dimostrano quanto tenga a questo progetto – spiega Bazzocchi –. Se aggiungiamo che esiste anche questo vincolo, mi pare che solo Bologna resti in piedi come ipotesi percorribile».

L’Alma Mater e Ubertini ne stanno parlando da tempo con la famiglia di Eco (l’ultimo incontro solo poche settimane fa), perché, mette in chiaro Bazzocchi, «il rettore tiene moltissimo al fatto che questa operazione si realizzi in pieno accordo con i familiari del semiologo e scrittore».

Ma quello messo in piedi dall’Alma Mater è molto più di una semplice offerta di spazi. «Noi vogliamo che quei libri siano vivi e fonti di studio e sapere», prosegue Bazzocchi: «Per farlo metteremo in piedi un gruppo di studiosi che ci lavoreranno sopra, a partire dal Centro Studi intitolato proprio a Eco e diretto dalla professoressa Patrizia Violi, che ha già iniziato a mettere insieme questo team di ragazzi».

Studiare sulle carte di Eco sarebbe un privilegio e una responsabilità: «Non vediamo l’ora di iniziare – scalpita Bazzocchi –. In fondo Eco ha sempre lavorato a Bologna, nonostante le tante università che gli avevano presentato delle offerte, la sua scuola è qua, i suoi allievi sono qui: insomma, mi pare evidente che Bologna sia la sede più naturale per ospitare la sua eredità».

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