di Benedetta Cucci
Titoli pubblicati tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento in ogni parte del mondo… ma poi dimenticati. E come una cassa di libri abbandonata in un solaio, un tesoro che Raffaella Cavalieri, studiosa e traduttrice di letteratura di viaggio e turismo culturale, autrice di articoli, saggi, guide e volumi sui temi di ricerca, questi volumi sono stati da lei ritrovati e riscoperti, dando vita alla collana per la casa editrice bolognese Minerva Libri Sperduti. I primi quattro, tra l’altro, sono scritti da autrici: Amelia B. Edwards e Racconti gotici, pubblicati tra il 1863 e il 1874, Frances H. Burnett e Un’incantevole selvaggia del 1880, Nellie Bly, e Il giro del mondo in 72 giorni del 1890 e Elizabeth Bisland Wetmore, Un rapido viaggio intorno al mondo, in 7 tappe del 1891. Ogni copertina illustrata da Lucia de Marco è una delizia.
Signora Cavalieri, perché certi libri sono dimenticati?
"Spesso sono messi da parte dal successo del momento. Così ci può essere lo stesso autore che ha un romanzo di successo e gli altri vengono lasciati in disparte e non parlo solo della nazione di provenienza degli autori, ma anche delle traduzioni in Italia, dove ad esempio di autori quali Alcott Twain o Dickens abbiamo riproposti sempre i soliti testi. Vogliamo riscoprire gli scrittori anche da altri punti di scrittura che possono essere racconti o magari gothic. Ma vogliamo anche recuperare scrittori del tutto sconosciuti".
Essere autrici ha penalizzato le protagoniste dei primi quattro titoli?
"Beh, l’epoca che trattiamo, fine Ottocento inizio Novecento, era prettamente maschile, generalmente in ogni aspetto culturale. Se le donne pubblicavano, dovevano avere nomi fittizi oppure il cognome del marito cui magari andavano i guadagni. È un po’ un caso che siamo partiti con quattro libri al femminile, perché i prossimi quattro del 2024 saranno anche di autori. Ma tra queste firme alcune sono importanti, come la Burnett, nota per Il giardino segreto, La piccola principessa e Il piccolo Lord ma non per Un’incantevole selvaggia".
Leggendo un po’ di storia di queste signore della scrittura, si scopre però che loro erano emancipatissime.
"Tutte donne che hanno lottato per il loro posto nel mondo. Amelia Edwards iniziò con gli studi sull’egittologia, divenendo ben presto la regina di questi studi, la Burnett per aiutare la famiglia inizia a scrivere ma poi scopre un talento. E poi la Bisland e la Bly, scoperte e tradotte da me, che sono due reporter molto diverse. La prima di Cosmopolitan, più tranquilla e impaurita dalla fama che un giro intorno al mondo avrebbe potuto darle: quando il giornale la chiamò stava organizzando il suo tea party. La seconda fu giornalista del New York World per Joseph Pulitzer: aveva già fatto inchieste temerarie, come giornalista sotto copertura, e volle questa impresa. E fecero il viaggio per battere Phileas Fogg di Jules Verne e i suoi 80 giorni, contemporaneamente, solo che Bisland perse e cadde nell’oblio".