L’ideologia sporca il senso del 25 aprile

Fa male dirlo ma spesso il 25 aprile è stata una giornata divisiva perché troppo condizionata dall’ideologia che ancora oggi spacca il significato e il valore che invece va attribuito a questa celebrazione. A Bologna frange estremiste sono uscite dal corteo e hanno imbrattato muri e immobili, lanciato uova e inneggiato alle occupazioni. Scellerati a piede libero. A Roma e Milano altre scene che non vorremmo vedere con contestazioni alla Brigata ebraica e al segretario del Pd Enrico Letta, a Reggio Emilia una delegazione di +Europa e Italia Viva è stata insultata da altri partecipanti, poi invitata dalle forze dell’ordine ad allontanarsi per evitare guai. E anche qui cori anti Nato e contro gli Stati Uniti. La colpa invocata dai contestatori è quella di portare bandiere europee, dell’Ucraina e dei Paesi dell’area Nato. Così non si può andare avanti. La guerra in Ucraina è stata la nuova e ghiotta occasione di dimostrare da parte di certa sinistra la propria vocazione antioccidentale. Come se poi il Paese aggressore dell’Ucraina, la Russia di Putin, fosse il paradiso terrestre. Il 25 aprile deve esser celebrato per quello che è, cioè una ricorrenza storica e stop. Il tema della guerra in Ucraina doveva essere tenuto fuori scena, sia da chi sta dalla parte di Kiev e sia da chi sconsideratamente è contro l’Occidente.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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