
Corsa senza alcuna autorizzazione del Comune, bufera sui social. Lepore avverte: "Cose da non fare, sono molto pericolose". Cesari, consigliera di FI del Porto-Saragozza: "Servono telecamere".
Chissà se nel 1674 i bolognesi avrebbero mai potuto immaginare che il maestoso portico che stavano iniziando a costruire e che avrebbe collegato nei secoli Bologna con il Santuario della Madonna di San Luca sarebbe diventato, 351 anni dopo, una pista di ‘downhill’. E se l’uomo del Seicento non lo poteva neppure fantasticare, fatica a comprenderlo pure il cittadino di oggi. La platea sempre prodiga di giudizi dei social si è divisa tra lo stupore, l’indignazione e la preoccupazione di fronte al video postato dai ragazzi di ‘Bolo.riders’ che qualche notte fa, armati di GoPro, si sono lanciati in mountain-bike giù per i quattro chilometri e 666 archi del porticato patrimonio dell’Unesco.
Giù come razzi, tra curve e impennate, con le bici a saltellare sui gradini: tutto immortalato in presa diretta, tra adrenalina e acrobazie. Se il video nella pagina della community ’Bolo.Riders’, dedicata ad analoghe prove di agilità estrema, ha raccolto molti commenti entusiastici per la performance dei due ciclisti (compreso il ’like’ del consigliere delegato del sindaco Lepore al turismo e politiche giovanili Mattia Santori), altrove i commenti non sono stati altrettanto compiaciuti. C’è chi ha contestato aspramente la scelta della ‘location’, un portico di un valore storico artistico unico, assurto nei secoli a luogo del cuore e della fede per i bolognesi. E chi invece si è concentrato sulla pericolosità della discesa spericolata in un percorso frequentato sempre, giorno e notte, da fedeli, camminatori, coppie di innamorati. Una preoccupazione condivisa anche dal sindaco Matteo Lepore: "Mi stupisce – ha detto in merito il primo cittadino – che qualcuno abbia scritto che ci fosse un’autorizzazione da parte del Comune. Sono cose che non si devono fare e molto pericolose". Da parte loro, i membri della community ‘Bolo.riders’ hanno spiegato di essere "tutti professionisti" che promuovono "il freestyle in tutte le sue forme, perché crediamo sia un’espressione di creatività e di atletismo. Siamo tutti consapevoli – precisano – dei rischi che corriamo".
E in merito al video, puntualizzano in una story su Instagram di aver girato "in un infrasettimanale alle 2 di mattina, con spotter all’inizio, in mezzo e alla fine del percorso; è stato girato una singola volta senza arrecare alcun danno". Il gruppo, che si presenta come "una community di Bologna dedicata a riunire giovani appassionati di sport", il cui obiettivo è "creare connessioni significative tra gli amanti dell’adrenalina organizzando sessioni condivise, unite dalla voglia di esplorare, divertirsi e superare i propri limiti", sulla sua pagina posta da tempo video di performance sportive a tutta adrenalina: dalla bici allo snowboard, fino anche alla ‘slackline’.
Al portico di San Luca, nello specifico, due ragazzi si sono invece cimentati nel downhill, una disciplina del mountain biking che si svolge solo in discesa su terreni ripidi e sconnessi: a rendere il tutto più difficile di solito ci sono salti e altri ostacoli. In questo caso, invece, l’ostacolo è stato rappresentato dai gradini dello storico portico. In calce, gli amministratori del gruppo hanno hanno specificato che le immagini erano state "realizzate da atleti professionisti in condizioni controllate nel rispetto delle norme di sicurezza. Non imitare".
Questo non ha limitato le polemiche. "Spiace dovere dire ‘l’avevo detto’ – dice la consigliera di Forza Italia del Quartiere Porto Saragozza Annamaria Cesari –. Visto il crescendo di atti vandalici e violenze in zona, avevo presentato un odg al consiglio di quartiere per avere le telecamere di videosorveglianza all’interno dell’illuminazione del portico di San Luca, da Porta Saragozza alla Basilica. Profeticamente da un lato avremmo potuto tutelare un’icona importantissima della città, dall’altro si sarebbero potuti tutelare i residenti dall’aggressività di vandali e bande di minorenni spregiudicati. Ma così non è stato: l’odg è stato bocciato e noi restiamo ostaggi di questa malaugurata ideologia".