ZOE PEDERZINI
Cronaca

L’infermiera dei record che solleva due quintali

Sara Naldi, 27 anni, ha vinto l’oro ai Mondiali Open di powerlifting: nella gara disputata in Germania ha anche stabilito due primati mondiali.

Sara Naldi, 27 anni, ha vinto l’oro ai Mondiali Open di powerlifting: nella gara disputata in Germania ha anche stabilito due primati mondiali.

Sara Naldi, 27 anni, ha vinto l’oro ai Mondiali Open di powerlifting: nella gara disputata in Germania ha anche stabilito due primati mondiali.

Bologna, 22 giugno 2025 – Dalle montagne di Monghidoro all’oro ai mondiali di Powerlifting. C’è un’italiana, infatti, sul podio dei Mondiali Open di Chemnitz, in Germania, nella categoria - 57 chili, ed è la 27enne Sara Naldi (nella foto). La monghidorese non ha solo vinto la medaglia più preziosa, ma ha anche stabilito due nuovi record mondiali: nello squat dove ha sollevato ben 197,5 chili e nella triade delle discipline (squat, panca e stacco) dove ha sollevato in tutto 520 chili.

Sara, come si è appassionata a questo sport? "Era il 2017. Mi ero rotta il legamento crociato a sciare e ho iniziato la riabilitazione per ridare forma alla massa muscolare nelle gambe. Mio sorella già praticava questo sport e mi consigliarono di provarlo perché mi avrebbe aiutato nel percorso di ripresa fisica. Dal 2018 mi ci sono davvero appassionata: ho conosciuto a una gara minore quello che è poi diventato il mio attuale allenatore e, da allora, non ho mai perso una gara. Le ho fatte tutte, a ogni campionato: le italiane, le europee e i mondiali".

Come ha fatto ad allenarsi e a mantenere il ritmo durante il Covid? "Il mio ragazzo mi ha aiutato molto. Lui aveva una piccola palestra in casa e ho iniziato ad allenarmi lì non potendo più andare in palestra. Piano piano ho iniziato a ordinare online tutti gli attrezzi buoni e giusti per potermi allenare al meglio e tuttora mi alleno solo lì, non sono mai più tornata in una palestra. Faccio sessione di pesi, da circa tre ore, quattro volte a settimana e altri due giorni faccio cardio o yoga. Diciamo che mi tengo sempre in movimento".

Lei è un’agonista, ma anche un’infermiera dell’Ausl. Come fa a conciliare tutto? "Bisogna farsi guidare dalla passione e dalla dedizione. Non è sempre facile, soprattutto con i turni e, a maggior ragione, quando devo fare la notte, perché non dormo, ma il giorno dopo devo comunque seguire la mia routine di allenamento. Diciamo che mi aiuta molto anche il mio tessuto sociale e familiare. Ho attorno a me tante persone dedite allo sport che capiscono i miei sacrifici e che mi spronano sempre nel raggiungere i miei obiettivi".

Il powerlifting lo definirebbe uno sport femminile? "Devo dire che negli anni, anche in Italia, molte donne hanno iniziato ad appassionarsi alla disciplina e, mi emoziona dirlo, in Italia, la nazionale femminile è più forte di quella maschile. Agli ultimi mondiali, come team, ci siamo classificate seconde".

Zoe Pederzini