L’Intelligenza artificiale alla conquista dell’arte

Art City, al LabOratorio degli Angeli le sperimentazioni di Eva Marisaldi. Fassone e Ai Lai firmano ‘film psichedelici’ da Alchemilla in Santo Stefano

L’Intelligenza artificiale  alla conquista dell’arte

L’Intelligenza artificiale alla conquista dell’arte

di Benedetta Cucci

Se l’anno scorso il mondo dell’arte era tutto metaverso, nft, criptovalute, quest’anno il tormentone vira sull’intelligenza artificiale, per gli amici AI. Non si vuole certo generalizzare, perché poi bisogna sempre approfondire e capire come ogni artista utilizzi il mezzo rivoluzionario che fa cose al posto degli umani creativi. Ed è anche necessario spostare l’attenzione sulla ricerca portata avanti e sul momento in cui avviene l’incontro con un dato sistema basato su reti neurali artificiali come Dall-E 2, Midjourney o Stable Diffusion, ad esempio. Per Eva Marisaldi, classe 1966, un nome che è già "storia dell’arte italiana", si tratta di una ricerca nuova che si può vedere espressa in alcune opere parte di Guarda caso, la mostra al via lunedì al LabOratorio degli Angeli, come main project di Art City. Marisaldi rilegge questo ‘tempio’ del restauro fondato da Camilla Roversi Monaco, come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d’arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione.

Tra queste si notano Cartoline, disegni creati dall’intelligenza artificiale e incisi a laser su cartoncini giallo pastello. E poi Bambina, cartapesta dipinta e Parties II, disegni a inchiostro di china nero, realizzati da un dispositivo robotico automatizzato su carta da pacchi bianca. Il futuro (del presente) c’è, ma è solo una comparsa, rispetto ai lavori fortemente materici che ci parlano attraverso libri (con una selezione di tavole sulla Certosa del 1876 e pagine miniate e manoscritte in lingua araba dell’epoca Moghul), carte, stoffe, incisioni. "Non sono tecnologica al massimo – dice– ma mio marito Enrico Serotti, che ha fatto le musiche di alcune opere, lo è di più, e con lui ho iniziato a fare dei lavori con programmi di dialogo già nel 2006". E prosegue: "In ogni caso, anche prima di iniziare a disegnare delle cose che mi interessano e che arrivano da richieste scritte a questi siti di memoria artificiale costruiti da milioni di immagini prese da Internet, mi sono spesso procurata materiali sulla rete".

Molto differente il cuore artificiale alla base del lavoro di Roberto Fassone, classe 1986, che porta And We Thought III, altro main project, da Alchemilla in via Santo Stefano, da oggi al 26 febbraio. In realtà l’opera è firmata anche da Ai Lai, un’intelligenza artificiale creata nel 2022 da Sineglossa, organizzazione culturale che lavora tra arte e tecnologia e che ha trovato in Fassone l’artista giusto e a digiuno di certe conoscenze, con cui dar vita a un’opera-operazione. L’artista ha nutrito Ai Lai con nozioni tratte da ricerche attorno agli effetti dati dall’uso di droghe e quindi trip psichedelici e i resoconti dell’intelligenza sono stati tre film ‘dei’ Led Zeppelin, (non ‘sui’) che in realtà di opere filmiche non ne hanno mai fatte. Proprio così: The Doors, The Road e Love is Magic sono film che Ai Lai ha visto nel suo mondo e che da oggi vengono ironicamente presentati in prima mondiale. Visitare per credere, il futuro è adesso!

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