Liste Pd a Ferragosto, i circoli chiamano Letta: "Non candidare Casini"

Il senatore dovrebbe correre per il Senato in città, la base contraria. L’alternativa del segretario: in lizza fuori regione

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Non c’è pace per il Pd. E mentre a Roma la Direzione nazionale per approvare le liste slitta a Ferragosto per chiudere alcuni ’incastri’ di difficile rifinitura, a Bologna i circoli dem iniziano ad agitarsi. Questa volta non sono i paracadutati il problema. Ma la ricandidatura nel collegio uninominale del Senato di Pier Ferdinando Casini. Ad aprire le danze il circolo Gramsci venerdì, poi sono seguiti a ruota il Savena e il Navile (zone di riferimento del sindaco Matteo Lepore e della segretaria Pd, Federica Mazzoni, che è anche presidente del Navile), Lame, Pratello, Renzo Imbeni, poi Budrio e Crevalcore. Le parole cambiano, ma il mantra è lo stesso: "Caro Enrico Letta, non fare lo stesso errore di Matteo Renzi che lo candidò nel 2018".

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Casini, per ora, ha solo fatto sapere di aver "espresso la disponibilità a Letta. Se lo riterranno utile, ci sono". Tradotto: tocca al segretario nazionale dem decidere il dal farsi. Da quello che trapela, per il leader dem la candidatura di Casini non è in discussione. Resta, però, da capire se tirerà dritto e lo farà correre nella stessa casella del 2018 nel collegio blindato di Bologna città come pare, o se per il senatore sceglierà un’altra collocazione.

I nomi in pole per finire nella lista Pd stanno alla finestra. Perché basta spostare una casella, per rivoluzionare tutto il domino. Ad oggi lo schema delle candidature prevede Casini all’uninominale del Senato e l’ex sindaco Virginio Merola (a cui era stato promesso il seggio che fu del senatore centrista) alla Camera nel collegio di Bologna città. Andrea De Maria, altra priorità della ’rosa’ dem, potrebbe quindi giocarsela nei collegi di Carpi o Imola. Nel listino proporzionale per Montecitorio restano ’blindati’ i nomi in quota nazionale della vicepresidente della Regione Elly Schlein, il responsabile organizzazione dem Stefano Vaccari e la presidente Pd Valentina Cuppi. Per Palazzo Madama, nel plurinominale in pole c’è la storica portavoce di Romano Prodi, Sandra Zampa e l’ex sindaco di Imola, Daniele Manca di Base riformista (ma resta, sullo sfondo, il derby con l’altro nome della minoranza, Francesco Critelli). Chi potrebbe correre, invece, alla Camera nel collegio uninominale rimasto vuoto? Da quello che filtra è papabile il nome di un alleato. Più remota la possibilità di Emma Bonino di +Europa (che, probabilmente, sarà candidata a Roma), mentre nelle ultime ore è in quota Ilaria Cucchi di Sinistra italiana. Resta da capire, invece, se correrà Filippo Andreatta, fedelissimo di Letta.

Da quello che filtra, se c’è Cucchi non ci sarà Andreatta. E viceversa. Ma c’è chi scommette che sarà una donna (visto che negli altri uninominali corrono solo uomini). È chiaro che se Casini venisse candidato altrove, il risiko cambierebbe con un posto in più a disposizione. E a giovarne potrebbe essere l’ala più riformista (magari Critelli oppure Davide Di Noi di Energia Democratica). O magari potrebbe arrivare qui un big nazionale o giocarsela last minute qualche bolognese della ’rosa’ della Mazzoni: da Luca Rizzo Nervo a Simona Lembi.

ros. carb.

 

 

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