Lo strappo di Budrio fa traballare l’Unione

Il Comune ha scelto di uscire anche dalla gestione unificata del personale. Il presidente Ricci: "Così perdiamo i contributi regionali".

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L’Unione Terre di Pianura appesa a un filo, con i servizi condivisi messi continuamente in discussione dai sei Comuni aderenti. Budrio, dopo i tributi e polizia locale, ha scelto di uscire anche dalla gestione unificata del personale. La decisione è diventata ufficiale con la delibera votata l’altra sera in consiglio comunale. In questo modo, Budrio passerà, a partire dall’inizio del prossimo anno, da quattro a tre servizi condivisi con le altre amministrazioni. Secondo il piano di riordino territoriale, senza un minimo di quattro servizi condivisi da ogni Comune, il rischio è di perdere i contributi della Regione. Per questo motivo, il sindaco di Granarolo e presidente di Terre di Pianura Alessandro Ricci lancia un ultimatum al collega di Budrio Maurizio Mazzanti: "Se entro ottobre non aggiungerà un altro servizio essenziale, gli chiederemo di abbandonare l’Unione. Non possiamo mettere a rischio i contributi che servono per il funzionamento dell’ente. Mazzanti, all’interno di Terre di Pianura, aveva la delega al personale e allora mi chiedo come mai non abbia lavorato per migliorare il servizio, visto che secondo lui non funziona".

Il sindaco di Budrio ribatte: "Credo nell’Unione e nel gioco di squadra, ma soltanto se i servizi associati funzionano. Proprio grazie alla mia delega, ho potuto appurare che il personale non funzionava e allora ho preferito ritornare a una gestione autonoma. Un esempio del fallimento del personale unificato? In un anno a mezzo non siamo riusciti ad assumere tre nuovi vigili e il comando di Budrio è sotto organico. Il servizio personale unificato, del resto, in tre anni ha cambiato sei dirigenti responsabili. Siamo usciti anche dal servizio tributi condiviso e i risultati sono stati buoni: abbiamo aumentato il recupero dei soldi nei confronti di chi evade".

L’altra sera in consiglio comunale la capogruppo Pd Debora Badiali ha attaccato Mazzanti: "L’uscita dalla gestione associata del personale certifica il fallimento politico di Mazzanti che nell’ultimo anno è stato proprio l’assessore delegato dell’Unione a questi temi. Sulla decisione di uscire dal personale, ci siamo opposti con il voto e con una pregiudiziale in quanto, secondo noi in base ai regolamenti, la delibera doveva essere votata a maggioranza dei 23 dei consiglieri e non a maggioranza semplice, ma questo è l’unico modo per Mazzanti per avere i numeri".

Matteo Radogna

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