Altre dieci aziende che operano all’Interporto aderiscono alla Carta della Logistica etica voluta dalla Città metropolitana di Bologna. A firmare - dopo le apripista Petroniana e Ncv - sono OneExpress Italia, Fercam, Alisped Logistics, Torello Trasporti, Susa, Schenker Italiana, Due Torri. A loro si aggiungono GranTerre, Ecornaturasì e Camst, che pur non operando direttamente nel settore, si servono in modo consistente dei servizi di logistica. Sicurezza sul lavoro, pieno rispetto dei contratti, inclusione sociale e formazioni sono alcuni dei punti chiave del documento che è stato sottoscritto nella sede di Città metropolitana.
"Un impegno serio" che costituisce "un punto di partenza da cui costruire" per i rappresentanti delle aziende presenti, che hanno firmato la carta insieme al sindaco Matteo Lepore, al presidente di Interporto Marco Spinedi, al capo di gabinetto di Palazzo Malvezzi, Sergio Lo Giudice, e al direttore della Logistica etica di Interporto, Alessandro Alberani. Le imprese hanno dovuto compilare una checklist e indicare gli aspetti da migliorare entro un anno.
Grazie a loro c’è stato un "importante passo avanti" per Interporto, dove lavorano 6mila persone in 130 aziende e vengono movimentati 980mila camion e 5mila treni, e che come sottolinea il sindaco Lepore, "rappresenta un asset fondamentale per Bologna. Stiamo ragionando su nuovi investimenti – dice - e nuovo sviluppo e la Carta della Logistica etica era la pre-condizione". Il documento, infatti, nasce dopo la morte un anno e mezzo fa di Yaya Yafa, operaio 22enne rimasto schiacciato tra tir e un magazzino proprio all’interno del polo logistico. "La carta è anche un modo per dire che questi eventi non devono avvenire più", spiega Lo Giudice.
"Bologna è un punto di riferimento in questo senso ed è all’avanguardia rispetto al quadro nazionale", conferma Spinedi, che è anche vicepresidente di Assologistica. Il lavoro svolto con le imprese firmatarie è stato "meticoloso", spiega Alberani precisando che "in Interporto ci sono persone perbene, imprenditori che hanno voglia di fare e che vanno avanti nonostante i problemi. Questa firma, da parte loro – aggiunge - è un’assunzione di responsabilità sociale d’impresa".
L’Interporto, negli intenti di Alberani, dovrebbe diventare "una cittadella come quella di Olivetti, che coniughi produttività, efficienza e valori dell’uomo" anche se i problemi non mancano. Lo dimostra il recente sciopero dei facchini in appalto in uno dei magazzini di Yoox. "Quella è una questione puntuale – assicura Alberani - ci sono altre situazioni di difficoltà, ma da un anno il quadro è un po’ migliorato. Per fortuna non ci sono stati eventi drammatici o scioperi eclatanti e il dialogo sindacale ha aiutato. Anche l’Ispettorato del lavoro ci sta dando una grande mano – conclude - oggi la situazione è abbastanza sotto controllo".
Benedetta Dalla Rovere
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro