Bologna, Luca Dondi e il mercato delle case. "Grandi, con giardino e in periferia"

L’analisi dell’amministratore delegato di Nomisma sulle richieste dopo la pandemia: "La domanda è cambiata, si cercano immobili con spazio verde o balcone"

Come cambia il mercato delle case dopo la pandemia

Come cambia il mercato delle case dopo la pandemia

Bologna, 3 giugno 2022 - Il mercato immobiliare ha vissuto, nel 2021, un anno d’oro. Il mercato ha dato segni di rinnovato vigore dopo la frenata nei due anni di pandemia. In generale, spiega Luca Dondi dall’Orologi o, amministratore delegato di Nomisma, "il numero di compravendite è stato a livelli insperati. Nessuno si aspettava un interesse così forte".

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Luca Dondi dall'Orologio di Nomisma
Luca Dondi dall'Orologio di Nomisma

L’anno scorso – secondo l’ Osservatorio sul mercato immobiliare di Nomisma – sotto le Due Torri il numero di compravendite residenziali è aumentato, nel primo semestre, del 28% rispetto allo stesso periodo del 2020. Le 3.282 compravendite registrate nei primi sei mesi del 2021 erano sui livelli osservati ad inizio 2019.

Dondi dall’Orologio, cosa possiamo aspettarci dal 2022?

"Direi un lieve calo delle compravendite. Ma non dimentichiamo che il 2021 è stato un anno eccezionale".

Dal punto di vista delle quotazioni?

"La crescita dei prezzi sarà contenuta".

Quale sarà, secondo lei, il tema-chiave del mercato?

"Il tema, molto importante, della qualità dell’offerta".

Può spiegare?

"La pandemia ha cambiato le caratteristiche della domanda. Si cercano immobili con spazi accessori, spazi verdi, balcone o quantomeno un affaccio".

Quali dimensioni sono più cercate?

"Fino al 2019 si... riducevano gli spazi. D’altra parte, il numero medio dei componenti delle famiglie era in calo. Ora la pandemia ha causato una piccola inversione di tendenza".

Sono richieste metrature più ampie?

"Si cercano alloggi con un numero maggiore di spazi e una diversa distribuzione interna. Diciamo che, al momento, gli open space non sono più così ricercati. Vedremo se questa tendenza si confermerà".

C’è poi il fenomeno della casa smart, intelligente.

"Oggi la tecnologia, in una casa, è molto più importante di un tempo. Ed è un plus molto richiesto. A causa della pandemia, la casa è vissuta in maniera più continuativa, anche per il lavoro in smart working".

Si cerca casa più in città o ci si sposta?

"Per avere case più grandi e più moderne c’è una generale disponibilità a spostarsi. In zone periferiche o anche nei comuni vicini. C’è una chiara spinta alla suburbanizzazione. Lo conferma il numero delle compravendite, che in provincia hanno avuto un aumento più significativo che a Bologna città".

In generale, l’offerta soddisfa questa nuova domanda?

"No. A Bologna è quasi assente il ‘nuovo’, che è ricercatissimo, e c’è molta poca offerta di qualità. Insomma, anche chi può, non spende perché non trova la qualità che cerca. È una condizione che frena la crescita del mercato e dei prezzi. E, di conseguenza, la crescita economica complessiva".

Quanto pesa il ricorso a i mutui?

"Molta della domanda non prescinde dal ricorso al credito".

Qual è l’atteggiamento delle banche?

"Lo scorso anno è stato molto positivo rispetto alle richieste di finanziamento, complici i tassi bassi".

Quest’anno?

"Ora c’è più preoccupazione in merito alla capacità di rimborso dei mutuatari. Diciamo che il credito viene offerto con maggiore attenzione. E questo, va da sé, frena la spinta all’acquisto".

 

 

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