Lucia Bertana, poetessa bella, saggia e gentile

Biancastella

Antonino

Anche Lucia Bertana, poetessa e scrittrice nata a Bologna nel 1521, subisce oggi, come molte celebri bolognesi, il destino dell’oblio; l’ultima a dedicarle alcune pagine nel suo repertorio "Donne bolognesi insigni" fu nel 1845 Carolina Bonafede, la prima biografa delle bolognesi. Lucia era una donna "saggia, bella e gentile", colta nelle lettere, nella musica, nell’astrologia e nella pittura; inoltre godeva di amicizie illustri, con le quali teneva una corrispondenza così fitta che oggi potremmo considerarla una "influencer". I suoi componimenti furono pubblicati a stampa in varie miscellanee bolognesi intorno al 1550 e fu citata in seguito dai maggiori repertori degli scrittori italiani fino al Maffei che, nella sua Storia della letteratura italiana (1836), la pone al terzo posto tra le più grandi poetesse del XVI secolo. Lucia doveva dunque sentirsi molto sicura di sé e della sua fama, quando, nel 1556, pensò di inserirsi nella disputa fra il già noto letterato Annibal Caro e il filologo e critico letterario Ludovico Castelvetro che aveva avuto, si fa per dire, l’ardire di stroncare una sua opera. Con garbata determinazione Lucia si propose ad Annibal Caro come riconciliatrice, dal momento che: "anco le donne, come sa, hanno spento le guerre accese e fatti i nemici amici". Il Caro le rispose che, stimandola come donna e poetessa e ben conscio che le donne nella storia erano state in grado di comporre molte controversie, dava campo libero ai suoi tentativi. E così Lucia si rivolse anche al Castelvetro con parole di cortese persuasione. Ma la sua richiesta a quest’ultimo di ritirare le critiche e al letterato offeso di non far conto di averle ricevute, fu respinta da entrambi e il suo tentativo fallì. Lucia, che non era riuscita in questa impresa, ma poteva vantarsi di averla tentata con tanta tenacia, muore a 46 anni nel 1567 e di lei, oltre ai suoi sonetti e all’epistolario, ci resta anche il magnifico mausoleo di marmo nella Chiesa di Santa Sabina a Roma, dove è sepolta.

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