Schiaffo alla Borgonzoni, 'sconto' alla sinti che la colpì

Condannata a 20 giorni (con pena sospesa), la Procura aveva chiesto un mese

Borgonzoni e la lite con una donna sinti al campo nomadi nel 2014

Borgonzoni e la lite con una donna sinti al campo nomadi nel 2014

Bologna, 1 luglio 2019 - Venti giorni di condanna (con pena sospesa), contro il mese richiesto dalla Procura. E con il riconoscimento dell'attenuante di "aver reagito in stato di ira determinata da un fatto ingiusto altrui". Così ha deciso il giudice Danilo Mastrocinque nei confronti di una donna d'origine sinti, Maria Teresa Tomasini, 52 anni, finita a processo per violenza privata. Ovvero, l'aver dato uno schiaffo all'allora consigliera comunale leghista, e attuale senatrice e sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni. 

L'episodio si verificò il 3 novembre 2014, durante un sopralluogo al campo nomadi di via Erbosa, a Bologna. La 52enne, come testimonia un video, si scagliò contro la Borgonzoni per cacciarla. Con lei c'era anche Alan Fabbri, all'epoca candidato presidente della Regione e ora sindaco di Ferrara. Con i due, oltre ad altri politici, c'erano anche giornalisti e fotografi.

Il pubblico ministero, la scorsa udienza, nel chiedere la condanna a un mese e il riconoscimento delle attenuanti generiche, aveva spiegato che quel sopralluogo nel campo nomadi assieme alla stampa, poteva aver creato un certo fastidio. "La pena è straordinariamente bassa - il commento dell'avvocato dell'imputata, Luciano Bertoluzza - ma speravamo nell'assoluzione. Impugneremo la sentenza dopo aver letto le motivazioni".  Assolta, come chiesto dalla Procura, dall'accusa di ingiuria, reato depenalizzato. 

Cosa è successo il 3 novembre 2014

Borgonzoni, allora consigliera comunale, si presentò al campo nomadi di via Erbosa con Alan Fabbri. La donna, come documentano le immagini che fecero il giro delle tv e del web, la insultò pesantemente (ci fai uscire sui giornaletti, vattene e vieni qua che ti spacco il naso), poi la colpì con un pugno allo stomaco, uno schiaffo al volto e un calcio alla gamba. La Borgonzoni fu costretta, suo malgrado, a battere in ritirata. 

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