"Lucio Dalla non è morto. Vive nelle canzoni"

Mauro Malavasi, musicista e produttore, racconta il rapporto con l’artista bolognese: "Lavoravo a New York, mi chiese di collaborare"

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L’omaggio a Lucio con le parole di una persona che lo ha incontrato per motivi professionali e che abbiamo avuto il piacere di intervistare. Ecco cosa ci ha raccontato Mauro Malavasi, musicista e produttore.

Prima di parlare di Lucio, ci racconti di lei e del suo lavoro.

"Il mio sogno era fare il musicista e ho studiato musica fin da bambino, frequentando la scuola di musica di Mirandola e poi il Conservatorio di Bologna. Il mio lavoro consiste nel vestire una canzone o una melodia; scelgo l’orchestra, il ritmo e gli strumenti".

Dieci anni fa moriva Lucio Dalla…

"Non ho mai accettato che fosse morto, ma che fosse partito per un viaggio e ci avesse fatto uno scherzo. Era un maestro, un fratello maggiore e un compagno di viaggio. Vive nelle sue canzoni e nei ricordi personali. Ho incontrato Lucio per la prima volta a New York in uno studio di registrazione dove venne a chiedermi di lavorare per lui. Io rimasi sorpreso perché facevo una musica diversa dalla sua, ma lui mi disse che non dovevo preoccuparmi e che le nostre differenze sarebbero diventate qualcosa di nuovo. Dovevamo trovare un modo semplice e comunicativo per far compagnia alle persone, quelle comuni. Lui cantava soprattutto per loro".

Che cosa gli piaceva?

"Era un grande appassionato di arte, musica, teatro e letteratura, amava il basket e il calcio. Essendo una persona di grande talento, intelligenza e curiosità traeva spunto da qualsiasi cosa per trasformarla in canzone. Passeggiava spesso nelle strade e piazze del centro di Bologna ed era ben disposto a chiacchiere con chiunque. Era una persona divertente, libera e con tanta voglia di stupore".

E il suo cibo preferito?

"Quando andavamo al ristorante non ordinava niente, poi però veniva a ’rubare’ nei nostri piatti. Questo era il suo cibo preferito...".

Qual era la canzone a cui era particolarmente legato?

"Per un periodo di tempo era legato a ’Caruso’, poi a ’Henna’ perché la considerava il suo testamento spirituale, il suo modo di pensare e vedere le cose. ’Henna’, parla di amore, di speranza, di salvezza, dobbiamo avere rispetto e amore per la natura e il pianeta. Siamo fratelli e viviamo dei frutti della stessa terra e dello stesso sole".

Classe 1F: Artioli, Bazzani, Biondo, Bottitta, Corrias, Dembrovskyy, Grano, Horbatyuk, Iqbql, Izzo, Khair, Kovaliuk, Lombardi, Magarini, Malavasi, Martelli, Migliozzi, Moscatelli, Signorino, Soffritti, Tufano, Tymkiv. Prof.ssa Chirico.

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